"E se un domani me ne andassi, sappiate che vivrò nella quiete dei vostri cuori". Questo è il ricordo che il parrocchiano Renzo Barsotti, ha di Don Mario Stefanini a cui è stato intitolato il largo antistante il cimitero di San Piero a Grado. La cerimonia di intitolazione è stata partecipatissima: volontari dell’Unitalsi, delle Acli e studenti della scuola media "Castagnolo", classe I°F, studenti che hanno letto rime in vernacolo proprio di Don Stefanini. "Facciamo presto a dimenticarci le persone, - dice l’arcivescovo Mons. Giovanni Paolo Benotto – facciamo presto a dimenticarci cosa le persone abbiano fatto. Essere ricordati, come il nostro Don Mario, significa aver scavato nei cuori di quanti ha incontrato. Ho un ricordo netto di Don Mario quando lui consapevole ella malattia mi disse che aveva qualche rimpianto. Il suo rimpianto era stato quello di non essere sempre stato in grado di far esprimere le belle e grandi potenzialità dei giovani. Questo a testimonianza della sua dedizione pastorale verso le nuove generazioni".
Il sindaco Michele Conti non nasconde la sua commozione perché don Stefanini è stato suo parroco, per ben venti anni a Ghezzano. "Se sono così oggi, in buona parte lo devo anche a don Mario – ricorda il primo cittadino -. Ero poco più di un bambino ed a Ghezzano c’era poco o nulla. In quel nulla il parroco ha cominciato a seminare dando vita a tantissime iniziative. E’ stato un parroco costruttore, un parroco combattente. Ha sempre combattuto sia a Ghezzano che qui a San Piero. Qui ha messo su dal nulla un comitato per la salvaguardia e valorizzazione della Basilica".
Il parrocchiano Barsotti aggiunge: "E’ stato un pastore. Un lavoratore infaticabile, un parroco coraggioso, capace di gesti audaci e lungimiranti. Aveva il fervore ed al tempo stesso la tenerezza pastorale. Ha reso accattivante l’esperienza cristiana". Don Stefanini era anche un poeta vernacolare; uno studente delle medie "Castagnolo" ha letto una poesia che è una osanna alla sagra del pinolo. Un altro alunno ne ha letto un’altra sulla guerra e queste letture sono scaturite dall’iniziativa della prof.ssa Letizia Gagliardi. E visto che di vernacolo si tratta, durante la cerimonia a cui erano presenti almeno un centinaio di persone, sono state distribuite cartoline con una poesia vernacolare di Guglielmo Orsini dove si legge: "Do’ mMario se n’è ito ‘n tre balletti, da prete di ‘ampagna a Monsignore, se lassù li prosegue i su’ progetti, ni sconvorge anco ‘piani ar Creatore". I disegni sono a cura di Nicola Gorreri.
C.V.