Ne aveva parlato a "Storie italiane", come caso di cronaca, pubblicando poi un messaggio su Instagram quando fu dichiarata la morte cerebrale. Eleonora Daniele, giornalista e conduttrice Rai, ha ricordato la psichiatra Barbara Capovani nel suo libro "Ma siamo tutti matti?", edito da Rizzoli. Sono dieci storie di cronaca raccolte in 20 anni di tv, più un’undicesima, la sua.
La prima dedica dell’autrice è "ai nostri figli, affinché possano vivere in un mondo più sano". La seconda è proprio per la professionista pisana uccisa da Gianluca Paul Seung (che era stato ricoverato nel reparto diretto dalla dottoressa) condannato all’ergastolo per l’omicidio del medico pisano. "E qui si apre tutta la voragine delle violenze ai medici, dei giovani che certe professioni non le vogliono più nemmeno fare perché vengono aggrediti o comunque sono a rischio, in una situazione di costante pericolo perché chi dovrebbe essere preso in carico cammina per le strade", come spiega l’Adnkronos. L’obiettivo è "dare voce a queste persone e alle famiglie dei pazienti, che non hanno voce e che si isolano perché di malattie mentali non si può parlare. Voglio sfregiare questo tabù, gettarlo in pasto ai lupi".
L’undicesimo racconto è quello dedicato alla sua famiglia, appunto. Perché il fratello Luigi è morto una mattina di febbraio a 44 anni in un istituto sanitario di Padova. "Soffriva di autismo, trattato per anni come un matto, senza capire la differenza sostanziale tra malattia mentale e disabilità mentale grave", ha dichiarato Daniele in un’intervista all’Adnkronos Salute. Luigi non ce l’ha fatta, ma "è ancora qui con me e insieme stiamo scrivendo queste pagine", si legge nel capitolo ‘La sua mano sulla mia’, che apre il volume.
Malattie mentali, difficoltà ad accettarle e affrontarle, ma anche i medici che si impegnano ogni giorno, come Barbara.
Antonia Casini