GABRIELE MASIERO
Cronaca

Il lupo? Fa bene al Parco: "Caccia selettiva naturale dei daini meno in salute"

Lo zoologo Marco Del Frate fa parte del team che studia la fauna della Tenuta "L’arrivo del predatore ha contribuito a regolare il surplus di ungulati".

Lo zoologo Marco Del Frate applica il radiocollare ad uno dei lupi del Parco

Lo zoologo Marco Del Frate applica il radiocollare ad uno dei lupi del Parco

di Gabriele Masiero

PISA

"La Tenuta di San Rossore è un luogo di eccezionale valore ecologico, in cui la gestione della fauna e il monitoraggio delle dinamiche tra specie rappresentano attività centrali per il mantenimento degli equilibri ecosistemici. Ecco perché è necessario inviare informazioni corrette per evitare il rischio di veicolare falsità che rischiano di danneggiare non solo la percezione della biodiversità ma anche il lavoro di chi si impegna nello studio e nella conservazione degli ecosistemi". Lo zoologo Marco Del Frate da anni studia la fauna della Tenuta e assicura che "l’arrivo del lupo, predatore apicale capace di accedere a tutte le classi di età del daino, ha contribuito a regolare la presenza dei daini" che negli ultimi anni avevano raggiunto un numero eccessivo mentre ora, prosegue l’esperto, "sono circa 1.300 individui nella sola Tenuta di San Rossore, un dato ben lontano dalla ‘desertificazione’ di cui talvolta si parla, anche perché un predatore non porta mai alla scomparsa totale di una specie preda".

Quanti sono i lupi di San Rossore?

"Il lupo è giunto in maniera completamente naturale poco più di un decennio fa. Nel 2021 è stato documentato il primo evento riproduttivo, portando alla formazione di un branco, che occupa i 45 chilometri quadrati della Tenuta come proprio areale. I lupi hanno un solo evento riproduttivo annuale e solo la coppia alfa (i genitori del branco) si riproduce. Questo porta, una volta raggiunta l’età adulta, alcuni individui a lasciare il branco per disperdersi, spesso percorrendo centinaia di chilometri alla ricerca di aree non occupate da altri lupi. Di conseguenza il loro numero oscilla: nel 2024 si è registrato un minimo di 7 esemplari a febbraio (massimo periodo di dispersione) e un massimo di 11 esemplari a fine estate, dopo la riproduzione".

Il lupo contribuisce a regolare "la vita del bosco"?

"Con la stabilizzazione del branco di lupi, i dati raccolti indicano che la predazione sul daino si concentri maggiormente sugli individui in condizioni di salute peggiori, confermando il ruolo ecologico del lupo come predatore apicale, in grado quindi di migliorare lo stato di salute medio di una popolazione di specie preda. Nella Tenuta di San Rossore è stato riscontrato che altre specie come la volpe e, addirittura, il cinghiale hanno tratto un notevole beneficio dalla presenza del lupo, sfruttando i resti delle predazioni come fonte alimentare, beneficiando quindi di un notevole apporto di nutrienti grazie alla presenza del predatore. Infine, due studi hanno evidenziato che, più della presenza del predatore, sono le attività umane (sempre più frequenti anche in aree dove non sarebbe consentito, spesso addirittura con cani liberi al seguito) a determinare variazioni significative nei movimenti spaziali e nei ritmi di attività del daino".

Come si tutela il mantenimento di questo equilibrio?

"E’ fondamentale proseguire con un monitoraggio costante e una gestione della fauna basata su solide evidenze scientifiche. Inoltre, è cruciale promuovere una corretta informazione, mettendo a disposizione i risultati di studi e ricerche scientifiche per sensibilizzare e orientare la comunità verso una comprensione corretta delle dinamiche ecologiche".