ELEONORA MANCINI
Cronaca

Il medico che studia le pandemie antiche

Il professor Gino Fornaciari, padre della paleopatologia a Pisa: "Le pestilenze caratterizzate da periodi di raffreddamento del clima"

di Eleonora Mancini

PISA

on sbaglia una diagnosi. È un medico, ma non cura i ‘pazienti’, perché i suoi sono tutti deceduti da tempo. Gino Fornaciari è, per così dire, un ‘archeo-medico legale". Fornaciari è il padre della paleopatologia a Pisa e in Italia. Medico anatomo-patologo, ha tenuto la cattedra di Storia della Medicina e di Paleopatologia all’Università di Pisa e, ora in pensione, insegna Archeologia Funeraria nella Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici. In quarant’anni di professione, per le sue mani son passati re, regine, papi, santi e anche tante persone comuni. Le sue ‘archeo-autopsie’ hanno svelato la verità di tante morti, anche misteriose, ma hanno anche fornito importanti contributi alla scienza medica moderna. Lo studio degli antichi morti del professor Fornaciari e della sua scuola di allievi e colleghi ha aperto nuove prospettive alla conoscenza delle malattie antiche e, in particolare, dei virus all’origine di neoplasie e pestilenze.

Professore, come si moriva nel passato?

"Altissima era la mortalità infantile. In una popolazione standard, il 30-40% dei bambini non arrivava a 5 anni. E in larga parte, dipendeva dalle malattie infettive. La tubercolosi falcidiava le popolazioni del passato anche i età adulta. I tumori maligni erano molto meno frequenti, perché l’inquinamento non era ai livelli attuali, ma c’erano sostanze cancerogene di origine in genere alimentare".

Per esempio?

"Per esempio il salnitro che fino a 70-80 anni fa era largamente usato per gli insaccati. Ma anche le abitudini alimentari potevano essere cancerogene. Ferrante I d’Aragona, re di apoli nella seconda metà de 400, sviluppò cancro del retto a causa dell’abuso di carne alla brace".

Fra le malattie infettive, professore, c’erano le pestilenze

"Pandemie di peste ci sono state in tutte le epoche. el eolitico recente e nel Bronzo antico e medio, nell’est europeo, la peste si diffuse in seguito all’adozione della trazione animale e del trasporto su ruote. Un’altra pandemia di peste, nota storicamente e documentata dalla paleopatologia, tramite estrazione e sequenziamento del DA dell’agente patogeno, è quella cosiddetta di Giustiniano, del VI secolo d.C., ma ve ne fu probabilmente una anche in età antonina. La peste continuò a esistere e sparire e ricomparire nei vari periodi, per il solito meccanismo di equilibrio tra agente patogeno e ospite. In altri termini, i germi più virulenti morivano con le vittime, mentre i sopravvissuti umani diventavano resistenti. La peste ricomparve nel 1348 e fu un disastro epocale".

Come ebbe inizio?

"L’origine è con tutta probabilità da ricercare in Oriente. I colleghi che si occupano di archeologia orientale hanno individuato, attraverso le epigrafi sepolcrali, un picco di mortalità molto alto in una comunità nestoriana di Issyk-Kull nel Kirghizistan dieci anni prima del 1348. Sembra che questo picco possa rappresentare l’inizio della grande peste che arriverà in Europa per le vie commerciali. on abbiamo però prove anatomo-patologiche. I crani, dai cui denti potremmo estrarre germi e DA, sono conservati nel museo di San Pietroburgo: spero prima o poi siano resi disponibili per studio".

Come si diffuse?

"I vettori furono gli animali; il vettore per eccellenza fu, ed è anche attualmente, la marmotta. C’è un’mportante coincidenza: i periodi in cui si svilupparono le pandemie da peste, sono tutti caratterizzati dal raffreddamento del clima, che provocò uno spostamento degli animali del nord a sud. In questo modo entrarono in contatto con altri animali vettori, come i gerbili e il ratto delle steppe e il ratto grigio, principale vettore della peste umana e del germe Yersinia pestis tramite le pulci".

Come?

"Fra le cause della circolazione della peste, nel Trecento, ci fu la grande espansione vie commerciali, marittime e terrestri, e un florido commercio di pellicce. Il commercio di pellicce di ermellino seguiva la rotta del ord, da ovgorod a Lubecca. E ora?

"Ora ci troviamo in mezzo a una grande epidemia non di peste ma da Coronavirus che nessuno si aspettava e di cui ancora non è chiara l’origine, sebbene anche in questo caso sembra sia animale. L’ultima grande pandemia precedente è stata quella da AIDS, anch’essa di origine animale, ma africana. Il Covid 19 ha una forte morbilità, cioé una grande capacità di diffondersi. L’isolamento domiciliare, l’uso delle mascherine e l’assenza di assembramenti sono gli unici mezzi a disposizione per combattere la diffusione della pandemia, in attesa del vaccino".