GABRIELE MASIERO
Cronaca

Il mio amico D’Anteo L’ex ministro Guidi "Bastarono 30 minuti per innamorarmi di lui"

Il ricordo nel giorno del funerale: "Non nascondeva la sua difficile vita"

Il mio amico D’Anteo L’ex ministro Guidi "Bastarono 30 minuti per innamorarmi di lui"

di Gabriele Masiero

"Ho conosciuto Alessandro poco dopo che Giorgia Meloni mi aveva affidato l’incarico di realizzare, fra i primi in Italia, un dipartimento di Disabilità ed Equità sociale nel partito e mi bastò mezz’ora di telefonata per ‘innamorarmi’ di lui e capire la sua umiltà tendente quasi a ridurre le sue capacità e una grandissima voglia di lottare per affermare i diritti delle persone disabili per i quali era disposto a combattere fino in fondo senza risparmio". Così Antonio Guidi, responsabile nazionale del dipartimento Disabilità ed Equità sociale di Fdi ed ex ministro della famiglia nel primo governo Berlusconi, ricorda in un colloquio con La Nazione il suo vice Alessandro D’Anteo, nel giorno del suo funerale alla parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice a Marina di Pisa. In pochi minuti nacque una collaborazione stretta. "Sì e fu così grazie a una piccola bugia, perché Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo del partito, mi chiese se lo conoscessi e potessi garantire per lui: risposi di sì (e non era vero) perché avevo già percepito la sua onestà: un rigore che non risparmiava nessuno. Ha ragione Giorgia Meloni: Alessandro è stato un dirigente prezioso e un militante impegnatissimo che lascia un vuoto inestirpabile". Quale è l’ultimo ricordo che conserva di D’Anteo?

"Era una persona che non sapeva nascondere il fatto di essere complicato e di vivere una vita difficile. Ultimamente era molto angosciato da ansie e solitudini quotidiane. Essendo molto intimi sotto certi punti di vista, cercavo di sostenerlo e di condividere il peso della vita. Era un uomo estremamente sensibile e, per questo, particolarmente incline alla comprensione e alla capacità di perdonarsi e perdonare. E’ stata un’amicizia meravigliosa, questo lo devo dire".

Senza di lui come cambierà il dipartimento disabilità di Fdi?

"Credo che, ma la morte di Alessandro non c’entra, nonostante l’attività ottima a livello nazionale, per quanto mi riguarda è ora che io dia un’alternativa al coordinamento nazionale. Ne ho già parlato con Donzelli. Non perché sia stanco o occupato dall’essere senatore, anzi l’attività senatoriale mi sta permettendo di dare di più. Ma perché la democrazia, soprattutto nei luoghi importanti della rappresentanza, impone alternanze. Il dipartimento è una costola della mia vita. Perciò, non si tratta di disimpegno, ma di dare la possibilità ad altri di cimentarsi in questa meravigliosa e terribile responsabilità e di porre ulteriori linee guida. Dare voce a chi non ce l’ha è una mission sempre urgente".

D’Anteo quando le riunioni diventavano infruttuose, sparava una sua battuta fulminante: "Ora mi alzo e me ne vado". Che lezione ha lasciato?

"Alessandro è stato un leader che credeva fermamente che la realtà potesse essere cambiata. Quando si crede veramente in qualcosa in maniera così onesta e non egoistica, si supera qualsiasi ostacolo. Lui ne ha superati tanti. Anche dentro sé stesso. Alimenteremo il suo ricordo attraverso varie iniziative, a partire dalla commemorazione in aula questa settimana concordata con il presidente del Senato, Ignazio La Russa".