Il mondo della pelle tira la cinghia: "Aiuti subito o tagli ai posti di lavoro"

La filiera della moda in affanno da tempo: "Serve uno sforzo del governo, la primavera è lontana..."

Il mondo della pelle tira la cinghia: "Aiuti subito o tagli ai posti di lavoro"

Il mondo della pelletteria è in ansia per le prospettive del prossimo anno

SANTA CROCE (Pisa)

Spenti i riflettori su Lineapelle Milano, dove il mondo della pelle ha mostrato ancora una volta la forza e l’eccellenza innovativa di uno dei volti più belli della manifattura italiana, si torna a parlare di crisi. Perché la filiera della moda è in affanno da mesi. E il fiato del comparto si va sempre facendo più corto. E’ la ragione per la quale i sindacati lanciano un nuovo allarme, dopo l’incontro a Roma con i tecnici del ministero. "La disponibilità emersa dell’esecutivo ad intervenire è un dato da registrare come assolutamente importante – spiega Alessandro Conforti (Filctem Cgil) –. Ma per ora sono parole. E qui, servirebbero fatti subito. Il quadro è grave".

In che termini? Da una parte non ci sono segnali di ripartenza immediata. E dall’altra c’è il timore del flagello dei posti di lavoro. "Senza ammortizzatori sociali ci aspettiamo di perdere il 30% della forza lavoro – ammette Conforti –. Tradotto in numeri: 1800, visto che il nostro distretto, quello di Santa Croce, nel Pisano, occupa circa 6000 persone nella filiera della moda. Ma non dobbiamo farci ingannare da questo dato, perché le ripercussioni sono più gravi: se le aziende arriveranno ad avviare le procedure di licenziamento, vorrà dire che gli interinali sono già stati espulsi. Poi, ai 1800 vanno aggiunti i posti di lavoro persi, o che si perderanno, nel settore dell’artigianato, di cui non abbiamo contezza precisa, perché si tratta di aziende che non hanno l’obbligo della comunicazione al sindacato".

E che dire dell’indotto? Mondo della chimica per conceria, meccanici ed idraulici che hanno come committenti le aziende della pelle, le ditte di pulizie. "La cura dimagrante sarà per tutti – aggiunge Conforti -. Il problema è economico, ma anche sociale".

Gli extracomunitari se ne stanno già andando. "In gran parte sono interinali – ammette Dia Papa Demba (Uil), responsabile per il settore conciario –. Alcuni hanno già lasciato il distretto. Tanti altri sono seduti sulla panchine, il lavoro non c’è più". "Lineapelle, ha dato come indicazione quella di una prima ripresina in primavera – dicono i sindacati -. C’è da arrivarci, però, a primavera. Mentre calzaturiero e pelletterie dovranno attendere qualche mese in più. Se le concerie inizieranno a lavorare ad un ritmo interessante nel primo semestre 2025, il settore della scarpa riprenderà in autunno. Non c’è più tempo: il governo deve passare dalle parole ai fatti, serve un decreto che stabilisca e finanzi rapidamente gli ammortizzatori sociali per il comparto moda. Ripeto: per ora siamo alle buone intenzioni e basta, neanche è stato specificato per quali settori eventualmente sarà l’intervento, se per gli artigiani, se per l’industria o per entrambi". L’assessore regionale al lavoro della Toscana Alessandra Nardini – dopo l’incontro a Roma al quale erano presenti solo i tecnici, senza la ministra Calderone – è stata chiara: "E’ importante che il governo riconosca la gravità della crisi che il settore moda sta attraversando, ci aspettiamo che venga definito lo strumento ad hoc". Strumento che abbia la durata necessaria a traghettare le aziende dentro la ripartenza. Ma serve subito.