MARIO FERRARI
Cronaca

Il nostro orologio biologico: "Come prevenire tumori"

Sant’Anna e Normale tracciano il punto con i massimi esperti del settore. Paola Tognini: "Lavorare di notte forza il nostro corpo e aumenta i rischi".

Il nostro orologio biologico: "Come prevenire tumori"

Carolina Greco, una delle relatrici del workshop

"Per una salute adeguata è importante rispettare i nostri cicli ciradiani, fondamentali per la prevenzione delle malattie. Per chi fa i turni di notte o in generale lavora in orari in cui il corpo preferirebbe dormire, è infatti maggiore il rischio di tumori". Conoscere il nostro orologio biologico e come influenza il corpo può essere un vero salvavita secondo Paola Tognini, neurobiologa della Scuola Sant’Anna, che ha parlato dell’importanza dei cosiddetti ‘ritmi circadiani’, che regolano moltissimi processi fisiologici. Sul tema si è tenuta un’intera giornata di studio e presentazione di nuove scoperte nel settore, organizzata dalla Sant’Anna e dalla Scuola Normale, che ha portato a Pisa diversi esperti di fama mondiale provenienti da Cambridge, l’Imperial College di Londra e il Karolinska Institute di Stoccolma.

"Viviamo in un mondo dominato dall’alternanza tra giorno e notte - spiega la neurobiologa - e tutti gli organismi cercano di sincronizzare la loro vita sul ciclo delle 24 ore. Come lo fanno? Attraverso un sistema chiamato orologio biologico (o circadiano) che ha appunto il compito di sincronizzarci con l’alternanza tra giorno e notte e da esso far dipendere gran parte della nostra fisiologia: quando svegliarsi, mangiare, dormire o regolare i ritmi delle nostre funzioni di base come il rilascio ormonale o l’attività cardiaca. Se questo orologio non è ben sincronizzato - avverte Tognini -, ci sono dei problemi". Nello specifico i rischi principali sono l’insonnia, lo sfalsamento dei ritmi sonno/veglia e i risvegli precoci, ma altrettanti ne possono derivare dalle forzature sociali.

Secondo la neurobiologa, infatti, "è stato dimostrato che per i turnisti o altri lavoratori abituali notturni aumenta il rischio di sviluppo di tumori e disturbi neuropsichiatrici come disturbi metabolici o depressione".

Anche il cambio dell’ora, che si è verificato questa notte, può influire sull’orologio biologico, come dice Tognini: "Il nostro corpo va incontro a un jet-leg che, seppur di un’ora, ha bisogno di un giorno per risincronizzarsi. Lo sfalsamento causato dal cambio dell’ora, secondo molti studi, è responsabile dell’aumento degli incidenti stradali Questo è infatti uno dei motivi per cui molti Stati USA non la adottano". Durante la conferenza è stato dato ampio spazio anche al rapporto tra i cicli circadiani e gli aspetti clinici. Tra le voci più autorevoli quella di Michele Emdin, direttore del Centro Health Science della Sant’Anna e del dipartimento Cardiotoracico della Fondazione Monasterio, che ha spiegato come "l’assunto principale è che i ritmi sono la base della vita e in medicina ne abbiamo prove certe. Le oscillazioni riflettono la capacità di risposta di cuore e vasi oppure, attraverso la loro assenza possiamo predire un evento cardiovascolare e misurare l’efficacia delle nostre terapie". Il professor Emdin suggerisce anche un utilizzo dell’orologio biologico dal punto di vista della prevenzione: "per mantenere una salute adeguata, oltre alla dieta e all’attività fisica, serve rispettare i ritmi circadiani imposti dall’alternarsi di luce e buio: è un ritmo fisiologico importantissimo senza il quale siamo più soggetti alle malattie".

Anche il professor Tommaso Pizzorusso, del Laboratorio di Biologia della Normale, ha tracciato un quadro sul problema di capire i meccanismi dell’orologio circadiano in certe aree del cervello, dal momento che "un quadro chiaro sulla problematica non c’è. In futuro dovremo fare il possibile affinché le ricerche di base possano tradursi in interventi terapeutici per i disturbi legati ai ritmi circadiani".