"Salvare l’immagine del Lungarno Buozzi, ripristinando i platani già abbattuti o da abbattere". Sono oltre 300 le firme dei cittadini residenti consegnate al sindaco Michele Conti per chiedere un intervento che salvaguardi la storicità del Lungarno Buozzi, attraverso la sostituzione di nuovi platani al posto di quelli già abbattuti o in procinto di esserlo, a causa del fungo ascomicete Ceratocystis Platani, agente del "cancro colorato del platano", un parassita che attacca le parti legnose dell’albero, provocandone la morte, e - di conseguenza - anche il pericolo di cedimenti improvvisi di rami o di intere piante.
Il sindaco ha ricevuto a Palazzo Gambacorti i promotori della raccolta firme Gino Turchi, Rita Mariotti e Ugo Macchia, condividendo la volontà dei residenti e le ragioni della richiesta. Nella petizione consegnata a mano e sottoscritta da oltre 300 cittadini, si ritiene che "il rimpallo delle competenze fra vari enti per sottrarsi all’esigenza di ripiantare i platani per tutelare questo filare storico sia un esempio di cieca burocrazia e basta".
"Visto il carattere storico dell’ambiente - hanno spiegato i promotori della petizione - proponiamo un vincolo storico-paesaggistico per il Lungarno Buozzi, inclusi gli alberi, facendo tesoro delle belle immagini fotografiche di com’era il viale Principe di Piemonte, oggi viale Buozzi. Pisa lo merita".
"Il patrimonio arboreo della città, su cui stiamo investendo con nuove piantumazioni da anni, è un bene prezioso che va preservato e implementato – ha dichiarato ai sottoscrittori della petizione il sindaco Conti. – I platani di Lungarno Buozzi sono un elemento di tipicità di quello scorcio di Pisa e la malattia delle piante non deve scoraggiarci: l’amministrazione comunale si attiverà per interloquire con gli altri enti coinvolti al fine di sondare la possibilità di ripiantumare i platani laddove sono sempre stati. Insieme ai cittadini mi farò promotore di un incontro con Soprintendenza e Genio Civile, da convocare a stretto giro, per ragionare insieme su tale possibilità".