Pisa, 31 ottobre 2024 – Il "pelle a pelle" tra mamma e neonato arriva anche in sala operatoria. Dalla scorsa settimana, infatti, nel punto nascite del Santa Chiara, anche alle mamme che partoriscono con taglio cesareo viene proposto il contatto "pelle a pelle" con il neonato. "Si tratta di una pratica che facciamo comunemente in caso di parto naturale - spiega il direttore del Dipartimento Materno-infantile dell’Aoup Pietro Bottone -. Il bambino viene preso e messo subito sul seno materno: studi documentati hanno dimostrato che il neonato tende a migrare in modo spontaneo verso il seno per iniziare la prima poppata". Adesso anche la mamma che partorisce in sala operatoria potrà vivere appieno il momento della nascita con il neonato adagiato immediatamente sul suo seno, sempre nel contesto di una gravidanza fisiologica senza problematiche o situazioni di emergenza.
"Queste manovre favoriscono il rilascio dell’ossitocina - continua Bottone - l’ormone che in questa fase non solo stimola la contrazione dell’utero prevenendo l’eventuale comparsa di emorragie post parto, ma soprattutto stimola il processo dell’allattamento". E per quanto riguarda il bambino, "può in questo modo beneficiare del calore della mamma ed entrare subito in contatto con chi l’ha tenuto in grembo fino a quel momento". "I benefici del contatto pelle a pelle - aggiunge Federica Pancetti, dirigente ostetrica dell’Aoup - sono ampiamente e scientificamente dimostrati sia per la mamma che per il neonato, migliorano l’adattamento alla vita extrauterina e regolarizzano la temperatura corporea, stabilizzando anche i livelli di glucosio del bambino".
Per l’Aoup, prosegue Pancetti, "si tratta di un cambiamento importante frutto di un lungo lavoro di formazione degli operatori del punto nascite intrapreso dal percorso "Nascere a Pisa". Ci tengo, inoltre, a ricordare che la nostra azienda sta seguendo un percorso di certificazione Unicef, attualmente giunto alla terza e ultima fase, per diventare Ospedale amico del bambini e delle bambine". Il prossimo passo, conclude Bottone, "sarà portare anche il padre in sala operatoria perché sia presente al momento della nascita. Lavoreremo per renderlo possibile garantendo allo stesso tempo la sicurezza di tutti".
Stefania Tavella