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Il Rinascimento del Capodanno Pisano: Storia e Tradizione del Gioco del Ponte

La tradizione del Capodanno pisano, risalente al Medioevo, è stata riscoperta negli anni '80 grazie alle ricerche di Paolo Gianfaldoni. Dopo una pausa, è stata ripresa nel 1999 e continua oggi, mantenendo viva la storia e la cultura di Pisa.

di Michele Bufalino

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Una tradizione tornata in auge negli anni ‘80. Ce ne parla Stefano Gianfaldoni, presidente dell’associazione Amici del Gioco del Ponte, l’ente che ha curato i festeggiamenti dalla metà degli anni ‘80 fino al 1999 e figlio di Paolo, lo scrittore e storico pisano che l’ha riscoperta.

Gianfaldoni, come è rinata questa tradizione?

"È frutto di una ricerca condotta da mio padre e culminata nel 1982. Cercando tra i vari documenti si rese conto che si parlava spesso del capodanno pisano e da lì ha proceduto a fare ulteriori ricerche. Seguì un articolo per Vita Nova e uno su La Nazione nel 1983, pubblicando i risultati di questa ricerca".

Cosa successe dopo?

"Pochi anni dopo fu Umberto Moschini, ripartendo dalle scoperte di Paolo Gianfaldoni, capitanò un gruppo di appassionati e si tornò a festeggiare la data, nella sua unicità, essenza storico-culturale. Prima come parte di Mezzogiorno, poi con l’associazione Amici del Gioco del Ponte. Nel 1999 la giunta Fontanelli ricevette il testimone di rilanciare la tradizione. Pisa, quell’anno, entrava per prima al mondo nel terzo millennio. Oggi si prosegue in quel solco, mantenendo la tradizione".

Che origini ha questa celebrazione?

"La tradizione nacque nel periodo medievale, con la Repubblica Pisana al suo massimo splendore. La data del 25 marzo fu riconosciuta come primo giorno del nuovo anno solare, che si sarebbe concluso il 24 marzo dell’anno successivo".

La celebrazione poi fu interrotta. Quando e perché?

"Questa ricorrenza è unica e distinta rispetto a tutte le altre celebrazioni. Rientrava nel calendario in ‘Stile Pisano’, in vigore fino al 31 dicembre del 1749. Fu Francesco I di Lorena, Granduca di Toscana a ordinare che Pisa si adeguasse al calendario gregoriano".

C’è chi mette in dubbio la tradizione del ‘raggio di sole’.

"La notizia è il capodanno pisano, non il raggio. Una ricorrenza, che è storia a prescindere. La mensola, quella posta in cattedrale, il 25 marzo, alle 12, è illuminata da un raggio di sole che attraversa il Duomo. Ancor oggi, da tempo. Ciò ha permesso di recuperare un dato storico tradizionale. Una data che, sulla base dei documenti al tempo rinvenuti era celebrata dai pisani riferendosi proprio ad un raggio di sole che illumina la mensola posta in cattedrale".