"Educare alle differenze attraverso i libri". E’ l’obiettivo del progetto ‘Voltiamo pagina’, un corso di formazione organizzato dalla Casa della donna e rivolto ai docenti delle scuole secondarie di primo grado, al via il 13 settembre per combattere gli stereotipi di genere tramite la formazione e la conoscenza di bibliografie specifiche. Secondo la referente del progetto Carlotta Monti "il corso lancerà molti semi di cambiamento, che vedremo germogliare in futuro nelle classi, ma che incideranno già molto nel presente dei docenti".
Una bella sinergia tra scuola e società.
"L’educazione alle differenze passa necessariamente attraverso la comunità educante. Per cambiare l’approccio al tema è fondamentale il lavoro con i docenti".
Il corso si rivolge agli insegnanti delle medie. Come mai questa scelta?
"Perché, in base alla nostra esperienza, gli studenti delle scuole medie rappresentano un target in genere trascurato da progetti di questo tipo. Abbiamo lavorato molto, invece, con le scuole primarie e ci sono diversi progetti per le superiori".
Eppure si tratta di una fascia d’età delicata...
"Esatto, per questo abbiamo deciso di rivolgerci a loro, che saranno i beneficiari indiretti dei risultati del corso. Vogliamo che ogni adolescente possa ritrovarsi nelle letture che vengono proposte a scuola e usarle per elaborare un pensiero critico, sentendosi parte attiva nella difesa e promozione dei diritti di tutte e tutti".
In che modo?
"Attraverso un approccio trasversale al tema dell’educazione alle differenze. Il nostro obiettivo è promuovere un uso critico della lettura, accrescendo le competenze dei docenti e dando loro nuovi metodi e strumenti per affrontare il tema".
L’intersezionalità, dunque, è la chiave.
"Sì, perché si tratta di un insieme di conoscenze e attitudini che non possono essere condensate in un’unica disciplina e che passano attraverso tutte le materie".
Si parla spesso di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole. Cosa ne pensa?
"Servirebbe un progetto ministeriale sull’educazione alla sessualità e all’affettività, che ad oggi manca. La nostra iniziativa va proprio in questa direzione e punta a avvicinare i ragazzi con maggiori fragilità".
Come sarà strutturato quindi il corso?
"Il progetto è organizzato in tre moduli da quaranta ore totali. Il primo modulo è più teorico e si concentrerà sulle sfide e sugli spunti per portare la lettura in classe. Il secondo coinvolgerà le associazioni che nella quotidianità si occupano di libri per appassionare alla lettura. Il terzo si concentrerà su un approccio alla lettura privo di stereotipi e intersezionale con un focus sul rapporto tra genere, sesso e razza. Nel corso delle lezioni costruiremo insieme una bibliografia di riferimento che i docenti potranno portare poi nelle classi".
Avete già ricevuto adesioni?
"Senz’altro, abbiamo già molti iscritti. Il corso è a numero chiuso e vedrà 25 partecipanti, ma siamo felici che stia riscuotendo molto successo".