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Il robot Da Vinci Nuove frontiere

Il "gioiello" della chirurgia entra in attività alla Casa di cura San Rossore. "Ampia gamma di impiego"

Un altro "gioiello" della chirurgia arricchisce la dotazione della Casa di Cura di San Rossore: da qualche giorno è infatti operativo il sistema robotico "Da Vinci". "L’urologia – spiega Andrea Madonna, presidente e amministratore delegato della Casa di cura – è stata la prima a battezzare questo tipo di chirurgia, con i medici Massimo Cecchi e Filippo Menchini Fabris (foto), fornendo ai propri pazienti un‘alternativa di alto valore tecnologico e mininvasivo".

Quali sono le principali caratteristiche di questo strumento?

"La chirurgia eseguita con il robot ‘Da Vinci’ permette una visione tridimensionale, una precisione millimetrica nelle suture, un’articolazione a 360° degli strumenti che non sarebbe non possibile per la mano dell’uomo. Il chirurgo non opera con le proprie mani ma manovrando un robot a distanza: seduto a una console computerizzata posta all’interno della sala operatoria e il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche. I vantaggi per il paziente sono molti: piccole incisioni con migliori risultati estetici, minore dolore post-operatorio, riduzione dei tempi di degenza, ripresa rapida delle normali attività".

Quali sono le patologie che richiedono l’impiego del robot? "Il dottor Massimo Cecchi ci ha spiegato che gli ambiti urologici di maggior successo con la chirurgia robotica, sono sicuramente i trattamenti dei tumori della prostata, con la prostatectomia radicale, ma anche i trattamenti dei tumori del rene e della vescica. Qualsiasi intervento che prima veniva fatto con tecnica open chirurgica, può essere fatto con la robotica che permette una minore invasività rispetto all’intervento tradizionale, sia in pazienti obesi, sia in quelli anziani. Ma ci sono vantaggi importanti anche per i medici".

Quali?

"L’intervento diventa più semplice dal punto di vista manuale perché gli strumenti possono essere articolati in tutte le direzioni grazie all’articolazione a 360 gradi del robot, inoltre la visione tridimensionale aumenta la precisione millimetrica, soprattutto negli interventi che cercano vantaggio di precisione e di possibilità di movimento, rendendo conseguentemente più breve il decorso post-operatorio e quindi con minori imprevisti".

In quali altri campi può essere impiegato il robot?

"Intanto assicura efficaci risultati anche nelle patologie benigne, grazie alla nuova tecnica per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, la Rezum, che utilizza il vapore acqueo ed è in grado di ridurre il volume prostatico del 40% in regime di day hospital o con degenze brevi".

Con il robot ‘Da Vinci’ San Rossore compie un altro passo verso un’offerta sanitaria sempre più completa.

"Diciamo che completiamo la nostra Prostate Unit perché possiamo offrire qualsiasi opzione terapeutica soprattutto per il carcinoma della prostata: dalla possibilità dell’intervento tradizionale, all’intervento di chirurgia robotica, ma anche la radioterapia".

Gab. Mas.