GABRIELE MASIERO
Cronaca

Il romanzo “terapeutico“ di Alessandra Favati

Un romanzo per lenire una ferita. E’ "Il coraggio tra i fiori di ortica", romanzo di esordio della scrittrice pisana...

Alessandra Favati

Alessandra Favati

Un romanzo per lenire una ferita. E’ "Il coraggio tra i fiori di ortica", romanzo di esordio della scrittrice pisana Alessandra Favati (Mds editore, 144 pagine, 15 euro), uscito di recente in libreria per raccontare una storia, autobiografica, di abusi e di silenzi ambientata nella Pisa degli anni Sessanta, dove il canovaccio riprende fatti reali elaborati in modo quasi drammaturgico per trovare, appunto, il coraggio di parlarne.

Ambientato in una corte popolare, il romanzo racconta la storia di un gruppo di bambini e in particolare di una protagonista che osserva il mondo con una sensibilità spiazzante: l’abuso non è mai descritto con crudezza gratuita, ma viene evocato con forza e pudore nel suo impatto reale e devastante.

Perché ha scelto di trasformare la sua storia in un romanzo?

"E’ stato un gesto terapeutico, ma anche un modo per rompere il silenzio e per restituire dignità a quella bambina e a tante altre che non hanno avuto voce: sapevo che mi sarei esposta e non è stato facile far riemergere anni di ricordi per ricollocarli nel giusto spazio temporale anziché frammentati come li avevo dentro di me. Ci ho messo quattro anni a scriverlo ed è stato un modo per dire a voce alta che l’Alessandra di oggi è una donna che ha superato quel trauma, con fatica e si mette a disposizione di chi, come la mia amica di infanzia, che ha subito le stesse pesanti molestie senza riuscire mai a superare quel trauma e ha avuto una vita devastata".

In che senso?

"Io mi sono affermata sul lavoro, sono riuscita a costruirmi una bellissima famiglia e grazie anche all’aiuto dell’analista ho saputo andare avanti. Ma la mia amica no, non ce l’ha fatta: non si è mai sposata, non è riuscita a superare quello che ha subito".

In fondo al libro c’è la sua mail: [email protected], perché?

"Perché sono disposta ad ascoltare chi finora non ha saputo trovare il modo di trovare le parole per raccontare gli abusi subito da adolescenti o da bambini. Perché i miei 12 anni degli anni Sessanta non erano quelli degli adolescenti di oggi. E voglio dirlo con chiarezza: non è colpa dei genitori che non riescono a leggere dentro un disagio dei figli, perché io riuscivo comunque a fingere benissimo, a nascondere quel disagio che provavo e che mi ha fatto covare tanta rabbia dentro fino alla psicoterapia che mi ha aiutato a farmene liberare".

Gabriele Masiero