ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Il silenzio dei motori: "Città più pericolose. Siamo noi autisti a farne le spese"

Lo sciopero dei conducenti dei pullman e il presidio alla Sesta Porta "Minacce quotidiane che spesso si trasformano in vere aggressioni. Servono cabine più resistenti perché poi in strada siamo soli".

Il silenzio dei motori: "Città più pericolose. Siamo noi autisti a farne le spese"

Lo sciopero degli autisti dei bus (fotoservizio Del Punta per Valtriani)

Minacce di morte, coltelli puntati alla gola, sputi, offese, calci e pugni: gli autisti di autobus ieri hanno incrociato le braccia per 4 ore, dalle 18 alle 22, per dire stop a tutto questo. Uno sciopero che, spiegano i sindacati, è stato deciso da un giorno all’altro dopo l’ennesima aggressione subita durante l’orario di lavoro. Il mestiere di autista, raccontano dal presidio di ieri mattina al terminal della Sesta Porta, "subisce – spiega Lorenzo Bonanni, della Faisa Cisal di Pisa – le trasformazioni sociali delle città, che diventano sempre più pericolose, e chi si trova tutti i giorni in strada, a contatto con il pubblico, è costretto a fronteggiare questa escalation, dalle minacce quotidiane fino ad arrivare ad aggressioni vere e proprie".

Nella provincia di Pisa, gli episodi solo nel periodo estivo appena passato sono stati numerosi: "Tre aggressioni diverse alla stazione di Pisa – elenca Andrea Di Sacco, delegato della Uil-Trasporti di Pisa – un uomo che una volta si è sostituito all’autista chiudendosi nella cabina di guida, un collega a cui hanno sputato, e la minaccia, nella corsa per Fucecchio, con il coltello puntato alla gola. Senza contare – aggiunge il delegato Uil – le aggressioni verbali quotidiane, che ormai non segnaliamo nemmeno più".

Tra le iniziative messe in campo da Autolinee Toscane, c’è il pulsante rosso posizionato all’altezza dei pedali, che dovrebbe attivare subito un filo diretto con le forze dell’ordine, ma che, denuncia Alessandro Gafforio, della Filt-Cgil, "a Pisa non ha mai funzionato". Secondo il delegato sindacale, che ci mostra come è fatta l’interno della cabina degli autobus, "purtroppo il sistema qui fa cilecca e mai una volta una pattuglia si è presentata. Al contrario – aggiunge Gafforio – a Firenze, dove ci sono casi in cui ha funzionato, qui a Pisa il pulsante è pressoché inutile".

Tra le richieste dello sciopero, oltre a misure concrete, c’è anche una presa di coscienza da parte di istituzioni, aziende e cittadini perché, se "è vero che non possiamo pretendere – spiega Renzo Giusti, della Fit-Cisl – un agente di polizia su ogni autobus, non possiamo però accettare che non si faccia nulla in questa maniera". I rischi secondo i delegati sindacali, riguardano anche la sicurezza degli utenti, perché "sull’autobus a guidarlo – raccontano – siamo da soli, e quando veniamo presi di mira, mentre siamo sulla strada, a rischio non ci siamo solo noi, ma tutti i passeggeri".

La rabbia è tanta, ma le soluzioni ci sono: "Adattare le cabine – spiega sempre Gafforio – fare in modo che siano effettivamente chiuse e che mettano al riparo l’autista da eventuali aggressioni, non come le cabine attuali, mezze chiuse. Ma anche, per esempio, un’uscita laterale per l’autista, che possa così non rimanere intrappolato nel mezzo. Servono cambiamenti, altrimenti questo mestiere – conclude il sindacalista – non lo vorrà fare più nessuno".