
Gianni Liuzzi ha ricevuto per il suo impegno a Roma il premio Italia 2025
di Mario Ferrari
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità e grandi riconoscimenti. Per questo l’amichevole Spiderman di quartiere Gianni Liuzzi, il pisano adottivo che da anni è impegnato a regalare sorrisi nei reparti di oncologia pediatrica con il suo costume da Uomo Ragno, è stato insignito del X Premio Italia 2025. Il riconoscimento, consegnato a Roma, premia le eccellenze del nostro Paese ed è stato conferito a Liuzzi per il suo impegno nel volontariato.
Un impegno nato quando?
"Nel 2017, dopo aver visto un video dell’associazione statunitense MakeaWish che realizza i sogni dei bambini malati. In quel caso c’era un bimbo che voleva diventare Batman e 25mila persone si sono mobilitate per esaudire questo desiderio. La forza che ho visto in quelle persone mi ha motivato e mi sono impegnato per ricrearla. Con un costume da carnevale ho iniziato nel 2018 a girare le pediatrie d’Italia e, da tempo, anche mi hanno chiamato diverse scuole per portare il mio messaggio per i bambini contro il bullismo e per la gentilezza".
Perché Spiderman?
"È il mio personaggio preferito e lo conoscono tutte le persone dai 2 ai 100 anni. Spiderman peraltro lancia un grande messaggio: chiunque, anche un nerd come Peter Parker, può essere un eroe".
Com’è entrare in quei reparti?
"Non lo so spiegare, è come se avessi un’altra personalità. Quando indosso il costume, le paure, preoccupazioni e difficoltà spariscono: io divento Spiderman e penso soltanto a fare il bene dei bambini che meritano un sorriso vista la loro grandissima forza".
E dopo?
"Dopo, come Peter Parker, appena risalgo in macchina penso a quanto sia difficile per i piccoli, i genitori e le loro difficoltà. Per questo mi impegno anche in progetti come l'hospice pediatrico del Meyer "Fondazione Casa Marta" al quale dedico pure il mio 5 per mille. E per questo ai miei figli cerco di insegnare i valori che apprendo nei reparti pediatrici".
I suoi figli cosa pensano di lei? È il loro eroe?
"Sono molto contenti e li ho portati con me nelle pediatrie. Mio figlio ha fatto anche una tesina su di me e sul volontariato".
Ha ispirato qualcuno a imitarla?
"A Pontedera lo scorso Natale delle mamme mi hanno dato dei giocattoli dei loro figli da portare in ospedale. Io li ho invitati a consegnare personalmente i doni ai pazienti insieme a me e hanno accettato. Uno di questi bambini di 5 anni, dopo aver donato il suo giocattolo e visto la reazione, mi ha detto che da grande vuole diventare come me. È stato toccante".
Altri ricordi che le sono cari?
"Un piccolo di Bari che doveva operarsi di tumore al cervello. Io gli ho mandato un videomessaggio con la promessa di fare una videochiamata dopo l’operazione. Alla fine dell’intervento la prima cosa che il bimbo ha detto appena sveglio, ancora sotto anestesia, era di fare la videochiamata con me".