Pisa, 28 agosto 2020 - Undici nuovi casi positivi a Pisa: un numero che ci riporta indietro di alcune settimane, alzando il livello di guardia. Quanto dobbiamo davvero preoccuparci? Qual è la fotografia del contagio in città e provincia? A districarci, andando oltre le mere statistiche, è il professore Mauro Pistello, direttore dell’unità operativa di virologia Auop di Pisa.
Professore, undici nuovi casi a Pisa e provincia: dobbiamo preoccuparci?
"Non credo, i dati vanno inquadrati in un contesto corretto. In primo luogo dobbiamo evidenziare il gran numero di tamponi che stiamo facendo. Si parla di almeno il triplo rispetto a solo qualche giorno fa. E poi..."
Dica.
"I casi attuali sono molto meno rilevanti dal punto di vista clinico rispetto al recente passato. La maggior parte dei nuovi positivi pisani è asintomatico o comunque moderatamente sintomatico".
Insomma, non stiamo tornando ai livelli della primavera.
"Il quadro è completamente diverso. Lei pensi che nel periodo del lockdown riuscivamo a fare i tamponi solamente ai soggetti che davvero presentavano sintomatologie gravi. Oggi, invece, operiamo controlli a tappeto con tante persone che si offrono anche su base volontaria senza avere alcun sintomo. Ecco, perché stiamo riscontrando infezioni anche nei soggetti più giovani".
Quali soggetti oggi si trovano in terapia intensiva a Pisa?
"Poche persone e, per lo più, soggetti giunti dall’estero che hanno contratto il virus in realtà dove la carica virale è molto alta. Negli ultimi giorni non vi sono stati nuovi ricoveri".
Guardiamo il futuro: possiamo essere ottimisti?
"Sì. Stiamo scovando diversi nuovi positivi dalla carica virale medio-bassa e questa ‘caccia’ ci aiuterà quando la stagione invernale potrebbe portare ad una ripresa importante del virus. Ma c’è di più".
Che cosa?
"Anche il sistema sanitario oggi è molto più preparato rispetto a primavera. Abbiamo reagenti, tamponi, abbiamo protocolli precisi. Insomma, sappiamo gestire meglio la situazione e io credo che non si ripeteranno situazioni analoghe alla primavera".
Consiglia il vaccino anti-influenzale anche in chiave Covid?
"Assolutamente. In primo luogo perché oggi chi viene colpito dall’influenza subito teme di aver contratto il Covid e si reca in ospedale. Quindi il vaccino diminuirà un po’ di stress per il sistema sanitario. Inoltre, anche dal punto di vista psicologico personale, prendere l’influenza oggi provoca allarme e paura. Le preoccupazioni sono ben maggiori, dopotutto la sintomatologia dell’influenza è molto simile a quella del Covid".
Consiglia il vaccino anche ai ragazzi delle scuole?
"Sì. La ripresa dell’attività scolastica presenterà numerose problematiche. Purtroppo l’iper attenzione sul Covid rischia di generare paura anche per un colpo di tosse. Inoltre in classe sarà difficile mantenere mascherine e distanze di sicurezza. E allora mettiamo in campo tutto: anche il virus anti-influenzale. E’ un modo per tranquillizzarci ulteriormente".