Pisa, 3 novembre 2024 – “Cambio vita. Lascio il mio posto a tempo indeterminato a pediatria e mi dedico ai bambini e alle donne congolesi”. Ilaria Moneta, pisana, si è laureata in medicina alla Scuola Sant’Anna, si è perfezionata in pediatria in Canada, è stata assunta a tempo indeterminato all’ospedale civico di Bolzano ma poi ha fatto una scelta coraggiosa e non più differibile, quella di fondare un’associazione in Congo e gestire una casa di accoglienza per orfani o bambini abbandonati; abbandonati perché il padre si è arruolato in bande armate o perché lavoratore in miniera e con le madri spesso dedite alla prostituzione, con 10-12 figli a carico.
“Alcolismo, Hiv, tubercolosi, prostituzione, analfabetismo, malattie sono una piaga da curare nella zona dove svolgo la mia attività nell’associazione “Home for street children” nel territorio di Mwenga, nel Sud Kivu”: dice la pediatra Moneta. “Dopo lunghi preparativi, abbiamo aperto le porte, il 20 agosto 2024, al primo gruppo di bambini da 2 a 13 anni, provenienti in gran parte dalla vicina città di Kamituga”. Si tratta di una città in rapida espansione per lo sfruttamento delle miniere di oro, coltan, cassiterite ed altro. Tale sfruttamento, causa una grande miseria. Molti bambini restano orfani a causa della morte dei genitori per incidenti nelle miniere, per tubercolosi o Hiv. Vengono abbandonati in strada ed a 14 anni si apre loro la galleria della miniera. La difficoltà operativa e logistica, è enorme. “Abbiamo un impianto fotovoltaico che dobbiamo assolutamente ingrandire. Per ora riusciamo a caricare i cellulari ed a dare luce all’ambiente ma nn possiamo usare un pc o una stampante”.
La zona è particolarmente isolata ed i cellulari sono fondamentali anche se manca il gas. “Cuciniamo sulle braci. Non è facile ma qui lo fanno quasi tutti”. Per il cibo, la cosa si complica. “Per comprarlo bisogna andare nella città più grande, a Bukavo. Durante la stagione delle piogge si formano file di chilometri di camion che rimangono fermi per settimane nel fango. Si prosegue a piedi fino a quando la strada migliora e proseguiamo a bordo di moto”.
Un sacco di riso costa 21 dollari ed il costo del trasporto per ogni sacco è di due dollari. “Abbiamo un orto dove riusciamo a coltivare: fagioli, mais e arachidi. Per noi la svolta sarebbe comprare uno stagno, ce ne sono tanti, per dedicarci alla pescicoltura: si potrebbe avere un ricavo di mille dollari. Sarebbe un traguardo”. I bisogni, soprattutto a Kamituga, sono immensi; il livello di educazione è molto basso. “Molti dei nostri bambini tra gli 11 e 13 anni sanno a malapena scrivere il loro nome. Vorremmo creare scuole di formazione ai mestieri, falegnameria, cucito, lavori artigianali, per i giovani a partire dai 15 anni, che sono troppo grandi per essere accolti nel nostro centro, ma che rischiano di finire nella prostituzione, criminalità, e/o lavoro nelle miniere”. Questo permetterà loro, di prendersi in carico e soprattutto di aiutare gli altri nel futuro. Quando finisce il turno in miniera grandi masse di uomini si riversano in città perché lì bevono, abusano di donne, vanno a prostitute”. Questa dunque, è la situazione e non c’è spazio per i bambini, per l’infanzia, per l’adolescenza. Non si gioca, nessun sorriso all’orizzonte già da piccolissimi. Moneta ringrazia il dott. Darock Mukobelva direttore del più vicino ospedale e i Padri Saveriani per gli aiuti prestati.
“Abbiamo bambini straordinari con problemi straordinari. Abbiamo dovuto portarne uno in ospedale con una frattura della gamba che necessitava di un intervento chirurgico. L’operazione è stata fatta, solo con un anticipo di 800 dollari”. La nostra volontaria rimane a Pisa per un mese: “Sono qui per cercare contatti e poi andrò a Bolzano. Spero di tornare in Congo portando buone notizie”. Chi volesse aiutare Moneta, può informarsi su www.homeforstreetchildren.it.