"Ilyes non spacciava. Lavorava nell’edilizia in attesa di ottenere il permesso di soggiorno"

Il racconto dei due fratelli del giovane ucciso a coltellate "Nomineremo un avvocato perchè vogliamo che sia fatta giustizia". Talbi, Unità Migranti: "Il degrado non si combatte con le forze dell’ordine".

"Ilyes non spacciava. Lavorava nell’edilizia in attesa di ottenere il permesso di soggiorno"

"Ilyes non spacciava. Lavorava nell’edilizia in attesa di ottenere il permesso di soggiorno"

"Ilyes non era uno spacciatore, era intervenuto per sedare una rissa, vogliamo che sia fatta giustizia". A parlare è la famiglia di Ilyes Amri (nella foto al centro), il ragazzo poco meno trentenne, ucciso da coltellate fatali durante una violenta rissa. A raccontare la versione è Said Talbi, dell’Unità Migranti di Pisa che ieri ha ricevuto i due fratelli (foto) del ragazzo ucciso. "Ilyes era nato a Kairouan il 23 dicembre 1996 ed era arrivato in città nel 2018 – hanno raccontato i due che, entrambi poco più che ventenni, lavorano a Pisa, uno in un autolavaggio e l’altro nel settore della ristorazione -. Lavorava da tempo nell’edilizia, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale per ottenere il permesso di soggiorno". In famiglia sono cinque figli, Ilyes è il secondo e viveva con uno dei due fratelli, la madre e la sorella vivono in Tunisia. Secondo la versione della famiglia, la vittima si trovava seduta sullo scalino dell’ingresso delle Poste Centrali. "Quando è scattata la rissa – dicono -, tra un gruppo di tunisini e uno di Georgiani, Ilyes ha cercato di mettersi in mezzo per calmare le anime". È a quel punto che secondo la ricostruzione dei due fratelli, tra lanci di bottiglie e minacce, il giovane è stato ucciso con diverse coltellate. "Vogliamo che le forze dell’ordine facciano chiarezza – è quanto chiedono i due giovani fratelli -, che sia fatta giustizia per tutta la famiglia e soprattutto per nostra madre e nostra sorella, che aspettano il ritorno della sua salma in patria". Oggi la famiglia nominerà un avvocato, mentre nei prossimi giorni verrà organizzato un momento in suo ricordo. Secondo gli investigatori, la vittima era nota alle forze dell’ordine per piccoli reati. "Abbiamo letto sui giornali – ci tengono a precisare i due fratelli -, che il luogo dove è stato ammazzato Ilyes è frequentato da spacciatori, delinquenti e tossici quindi per forza, la sua morte è legata a questioni inerenti allo spaccio, ma non è così. Nostro fratello non era uno spacciatore e non ha nessun precedente. È incensurato". A seguito dell’incontro Said Talbi, dell’Unità Migranti ha voluto esprimere le sue condoglianze alla famiglia: "C’è bisogno di interventi concreti - è il monito che lancia Talbi alla politica pisana -, perché la questione del degrado non si risolve solo con le forze dell’ordine".

Enrico Mattia Del Punta