
Un’ambulanza in arrivo al Pronto Soccorso (foto di repertorio)
Pisa, 10 febbraio 2021 - Quattro ore in ambulanza, mentre fuori piove e fa freddo. Quattro ore, dalle 18 alle 22, in attesa di sottoporsi a tampone prima di accedere al Pronto Soccorso. È successo lunedì sera a un paziente, rimasto bloccato in ambulanza fino alle 22 con tutti i disagi del caso: freddo, preoccupazione, difficoltà di raggiungere i servizi igienici. L’uomo, che da casa aveva chiamato l’ambulanza, oltre al suo malessere manifestava anche sintomi che potenzialmente avrebbero potuto essere riconducibili al Covid, come ad esempio febbre, tosse, raffreddore, diarrea. In presenza di questi sintomi, si impone l’esecuzione del tampone, per verificare che si tratti effettivamente di Covid. Una procedura obbligatoria che comporta un ulteriore carico per i sanitari e inevitabili ulteriori attese per i pazienti, che nei casi urgenti vengono comunque monitorati e trattati in relazione alla gravità delle patologie per le quali ricorrono al Pronto Soccorso. Ma l’attesa di lunedì sera, circa quattro ore, crea rabbia, non solo nei pazienti e nei loro familiari, ma anche nei soccorritori, costretti a indossare impegnativi scafandri per molte ore e anche a prolungare ben oltre l’orario previsto il loro turno di volontariato. «Pensavamo che dopo un anno qualcosa potesse essere cambiato – spiega un volontario -; non capiamo come mai ci siano giornate in cui tutto scorre liscio e giornate come quella di lunedì, con attese infinite e inspiegabili". "Dovrebbero aumentare i posti letto nella bolla Covid", suggerisce. "Ci hanno spiegato – raccontano – che gli otto posti della bolla Covid dentro il Pronto Soccorso erano tutti occupati perché i pazienti erano in attesa del risultato dei tamponi. Questo ha rallentato tutto e creato l’ingorgo", così racconta un soccorritore. E in effetti l’Azienda Ospedaliera conferma: "Abbiamo eseguito alcune verifiche sulla segnalazione delle attese di alcune ambulanze fuori dal Pronto soccorso di Cisanello nella giornata di lunedì ed è emerso che sono state determinate da una concomitanza di fattori, ossia un iper-afflusso di pazienti, di cui alcuni sospetti Covid ma con carica debolmente positiva, che ha richiesto quindi la ripetizione dei tamponi". Aoup "si scusa con i pazienti e i soccorritori che hanno atteso a bordo del mezzo, ma ci tiene a rassicurare sul fatto che si sia trattato di un episodio eccezionale anche perché, a fine 2020, sono state adottate delle misure, fra cui dei box di attesa dedicati ai pazienti sospetti Covid, per garantire la separazione dei percorsi e fluidificare il turn-over dei mezzi di soccorso". Eleonora Mancini