Il richiamo alla "responsabilità nel vostro prezioso lavoro di informazione delle persone" ma anche ad avere sempre un "approccio etico" alle questioni come quella "del fine vita che investe la Toscana proprio in questi giorni". Lo ha detto l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto nella sua omelia durante la messa per il Giubileo dei giornalisti e degli operatori della comunicazione svoltasi ieri mattina in Duomo in occasione della ricorrenza del patrono San Francesco di Sales. Il riferimento è alla prossima discussione in aula in consiglio regionale della legge regionale sul suicidio assistito che potrebbe essere la prima adottata da una Regione italiana e il cui testo è astato recentemente approvato dalla commissione Sanità del consiglio regionale, senza però, ha osservato Benotto, "un adeguato dibattito nell’opinione pubblica quando invece sarebbe opportuno farlo vista l’importanza di un tema come questa che decide la vita e la morte delle persone". Ecco perché, ha insistito l’arcivescovo, rivolgendosi ai giornalisti, "è importante il vostro lavoro, perché contribuiti a formare le opinioni e le coscienze ed è tanto più rilevante che voi per primi svolgiate questo compito con coscienza e con un approccio etico alle singole questioni".
Benotto ha poi sottolineato che "i giornalisti devono essere consapevoli di quanto sia prezioso il servizio che rendono alla collettività, perché una notizia data nella sua completezza o no può fare la differenza, la sottolineatura di qualcosa rispetto ad altro fa la sua differenza, pertanto non c’è solo un equilibrio da raggiungere ma bisogna mettere la comunicazione al servizio delle persone, offrendo punti di riferimento che vincano questo senso di ignavia e di rassegnazione collettiva, nella quale qualunque cosa venga detta da una parte viene non creduta e dall’altra creduta acrticamente". Infine, ricordando appunto il comunicatore di "lieti annunci" San Francesco di Sales, patrone dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, l’arcivescovo ha concluso: "I giornali sono pieni di brutte notizie mentre non trovano spazio le situazioni che possono aiutare le persone ad avere speranza: questo non vuol dire che non si deve dare conto di ciò che di brutto accade nel mondo, ma sapere evidenziare anche quei germogli di speranza per permettere una fruttificazione diversa".
Gab. Mas.