ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Industriali "Ridurre i costi di produzione"

Il presidente Andrea Madonna: "Serve un’azione a livello nazionale ed europeo con misure straordinarie" .

Andrea Madonna, presidente Industriali

Andrea Madonna, presidente Industriali

di Enrico Mattia Del Punta

L’export pisano, già in calo a causa della crisi nei settori strategici delle due-tre ruote e del sistema moda, rischia una nuova frenata con l’introduzione dei dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. "Subiremo un ulteriore calo, con conseguenze su tutto il comparto industriale" avverte Andrea Madonna, presidente dell’Unione Industriale Pisana, che a "La Nazione" ha fatto il punto sullo stato dell’export verso gli Usa. Nel 2024, infatti, le esportazioni manifatturiere pisane verso gli Stati Uniti rappresentano l’8% del totale, per un valore di quasi 300 milioni di euro.

Presidente, Trump ha annunciato dazi del 25% per l’Europa. Che conseguenze può avere questa decisione sull’economia della nostra regione?

"Le conseguenze potrebbero essere molto serie. Non si tratta solo di un problema commerciale: l’intenzione di Trump (per sua stessa implicita ammissione) è quella di deindustrializzare l’Europa. E considerando che la nostra regione ha il mercato americano come primo sbocco per l’export manifatturiero, l’impatto potrebbe essere significativo".

Qual è il volume dell’export toscano verso gli Usa?

"L’export toscano verso gli Stati Uniti vale circa 9 miliardi di euro, pari al 17% del totale delle esportazioni della regione. Di questa cifra, il 40% è rappresentato da farmaci, l’11% da macchinari e il 10% da articoli in pelle".

Quali contromisure si possono mettere in campo?

"Non è pensabile trovare una soluzione a livello regionale: serve un’azione a livello nazionale ed europeo. In un momento straordinario, servono misure straordinarie. Occorre ridurre la burocrazia per le imprese, semplificare le procedure amministrative, limitare il numero di normative, bloccare le multe e i dazi autoimposti sulla manifattura europea. È necessario un piano industriale per la crescita dell’Europa, con una riduzione dei costi di produzione per rendere le aziende più competitive, soprattutto sul fronte dell’energia. Come ha sottolineato il nostro presidente Orsini, dobbiamo anche diversificare i mercati di sbocco, puntando su India, Mercosur e Nord Africa".

Sono ipotizzabili "controdazi" o sarebbe una strategia sbagliata?

"Ci aspettiamo dall’Unione Europea una risposta forte, sia a livello politico sia sul piano delle contromisure. Personalmente, però, non auspico un’escalation della guerra commerciale".

Dal punto di vista di un imprenditore, che effetto fanno le dichiarazioni ostili del presidente americano? Siete preoccupati per il prossimo quadriennio?

"Si rischia la tenuta economica e sociale di molti Stati dell’Unione. Confindustria è apartitica, ma non apolitica: abbiamo il dovere di indicare le scelte di indirizzo economico-industriale".

Quali strategie vanno messe in campo?

"Bisogna ridurre i costi di produzione, e proprio per questo il tema dell’energia è cruciale: riguarda sia la sicurezza nazionale sia la competitività delle imprese. In quest’ottica, il nucleare rappresenta una scelta necessaria: è una fonte di energia continuativa e a basso costo, pur mantenendo alta l’attenzione sulle questioni ambientali".