Pisa, 15 dicembre 2020 - C ’è il rischio di un’epidemia sommersa, alimentata anche dal Covid, che potrebbe colpire milioni di persone in tutto il mondo nel prossimo decennio. È quella legata alle infezioni, spesso mortali, ai germi multiresistenti e che anche la pandemia in corso sta contribuendo a rendere particolarmente insidiosa. "Chi si ammala di Covid e, soprattutto, chi va in rianimazione e ci sta a lungo, con il tubo endotracheale o il catetere venoso centrale - spiega Francesco Menichetti, primario di malattie infettive a Cisanello - è a rischio di complicanze infettive dovute a germi resistenti, che possono provocare una polmonite o la setticemia: il risultato talvolta è la morte e quando andremo a considerare l’evento letifero scopriremo che sono state queste infezioni a giocare un ruolo estremamente significativo".
C’è, per così dire, una responsabilità diretta del virus Sars-Cov-2? "Il Covid ha amplificato la resistenza agli antibiotici perché c’è stato un abuso degli stessi in quanto si ritenevano essere utili e necessari e una minore attenzione alle infezioni ospedaliere, cioè alle regole che permettono di prevenire il passaggio di germi resistenti da un paziente all’altro. Mi riferisco alla protezione personale del medico, dell’infermiere, dell’Oss che se berne osservata evita che il personale si infetti: non è detto che sia efficace per scongiurare anche queste infezioni".
Condivide quindi la preoccupazione dell’infettivologo Massimo Galli, che ha lanciato l’allarme? "Mi viene da sorridere che ne parli lui che non se ne è mai interessato, ma ben venga perché richiama un’attenzione necessaria a questo problema del quale mi occupo già da molto tempo. Del resto, da anni si dice che nel 2050, se non ci metteremo al riparo prima, nel mondo avremo 10 milioni di morti da infezioni da germi multiresistenti, un dato molto più alto degli 8 milioni di morti causati dal cancro. Il problema esiste e chi come me se ne occupa da tempo lo ha ripetuto più volte".
Di chi sono le responsabilità di questa scarsa attenzione?
"Ognuno ha la sua parte di responsabilità: l’organizzazione sanitaria è chiamata a vigilare che vengano rispettate le regole e il personale è chiamato a rispondere di comportamenti corretti. A Pisa siamo molto attenti alla questione e avevamo iniziato un percorso serio, purtroppo interrotto dall’emergenza Covid: a settembre abbiamo chiamato uno dei massimi esperti europei, il tedesco Uwe Frank, che è stato due settimane da noi per fare formazione al nostro personale. Speriamo che possa tornare per completare questo aggiornamento professionale molto utile".
Chiudiamo con il Covid. Che situazione vede? "Vedo purtroppo ancora un numero molto alto di morti e di contagi e soprattutto troppa gente in giro. E’ uno scandalo vedere così tanta gente per le strade a fare shopping. Il virus gira con la gente e o lo capiamo oppure dopo Capodanno ci risvegliamo con il terzo incubo e anziché riaprire le scuole riapriremo i reparti Covid negli ospedali. Dobbiamo comprendere che per superare questa emergenza sanitaria è necessario quest’anno concederci un Natale di penitenza. Se non sarà così saremo travolti da una terza ondata di contagi".