Febbre alta, mal di gola, spossatezza e affaticamento sempre più frequenti sono il segno che si sta avvicinando il picco di influenza stagionale. Nessuna novità: era atteso da circa due settimane e purtroppo non lo porta via l’Epifania, la nota positiva è che non bisogna allarmarsi. A quanto dice il professor Mauro Pistello, direttore di virologia di Aoup, "secondo il report dell’Istituto superiore di sanità la situazione è sotto controllo e l’andamento non è diverso dagli anni scorsi". Tutto nella norma, dunque, anche se bisogna fare attenzione alla coinfezione, ossia tanti virus presenti contemporaneamente, e soprattutto a non prendere l’influenza sottogamba. "In questo periodo – afferma il virologo – il ceppo porta febbre alta oltre 38 gradi che può durare anche sette giorni e che può lasciare un senso di affaticamento che potrebbe durare anche due-tre settimane". Ma come si affronta il malanno stagionale? Il primo consiglio del professor Pistello è di evitare di prendere antibiotici, dal momento che "salvo casi eccezionali, queste influenze sono tutte di natura virale. Se la febbre è molto alta o fastidiosa meglio gli antipiretici".
Il virologo suggerisce però di evitare contromisure per abbassare la febbre, almeno i primi giorni. "L’aumento della temperatura corporea – spiega – è il modo che ha il nostro organismo per contrastare le infezioni, se si cerca di diminuirla potremmo essere più a rischio. Dunque, consiglio di non prendere contromisure con febbre sui 37-37.5 gradi, ma solo dopo disagi e temperature che superano i 38 gradi". Pistello aggiunge inoltre che "se c’è febbre acuta meglio stare a letto, evitando la disseminazione dell’infezione che sarà incentivata con la riapertura delle scuole e l’abbassamento delle temperature che arriverà in questi giorni". Infine, per categorie a rischio come immunodepressi o donne in gravidanza avanzata, c’è ancora tempo per ricorrere ai vaccini antinfluenzali last minute. Anche se il picco non è ancora arrivato completamente, gli effetti sull’ospedale si sentono e, oltre all’incremento degli accessi al pronto soccorso, aumenta anche il coro di voci scontente che arrivano dai reparti.
La stagione delle malattie, iniziata già sotto Natale, complica infatti la vita all’organico di infermieri e personale sanitario di Aoup che, spiega il segretario di Nursind Pisa Daniele Carbocci, "ha una dotazione al limite che impone, con le assenze causate dalla febbre stagionale, di fare i salti mortali per coprire i turni". Non è purtroppo una novità, precisa il sindacalista, ma un trend "che si ripete ogni anno durante i picchi influenzali. Le difficoltà sono sempre le stesse: avendo una dotazione organica che basta appena a coprire i turni, anche una sola persona assente ci obbliga a fare straordinari o chiedere personale in prestito da altri reparti".
Insomma, una singola assenza causa buchi molto impegnativi - e costosi, visti gli straordinari da pagare - per l’ospedale che deve anche fare i conti con un fisiologico maggiore accesso al pronto soccorso per i malanni di stagione. "È una condizione - conclude Carbocci - che viviamo tutto l’anno, ma che in questo periodo peggiora sensibilmente".
Mar.Fer.