Ingegnere rapito, "intollerabile silenzio"

La senatrice pisana Ylenia Zambito (Pd) ha presentato un’interrogazione al ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Nessuna notizia"

La vicenda di Fulgencio Obiang Esono, ingegnere pisano originario della Guinea Equatoriale, è incredibile. Non è tollerabile che non si sappia niente sulle sue condizioni e sullo stato di salute". Lo denuncia la senatrice pisana del Pd, Ylenia Zambito, che ha depositato un’interrogazione al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per conoscere quali sono le reali condizioni di salute e di detenzione nelle carceri della Guinea Equatoriale dopo la condanna di Fulgencio Obiang Esono, oggi 53 anni, arrivata nel 2020, a 58 anni e 9 mesi di reclusione per la sua partecipazione a un presunto colpo di stato del 2017.

Zambito afferma che "sono cadute nel vuoto anche le richieste della Farnesina alla Guinea di consentire le visite in carcere del corrispondente consolare per verificare le condizioni di salute e di detenzione di Fulgencio: di lui, nostro concittadino pisano e connazionale, perché ha passaporto italiano, non abbiamo più notizie dal momento della condanna del tribunale guineano equatoriale avvenuta nel 2020 e per questo ho chiesto a Tajani se non ritenga di intervenire su una situazione che vede coinvolto un cittadino italiano del quale ormai da troppo tempo non si hanno più notizie e quali iniziative, qualora ve ne siano, stia intraprendendo il ministero".

Fulgencio Obiang Esono fu arrestato nel settembre 2018 a Lomé in Togo, dove si recò per un’offerta di lavoro. Dopo avere contattato la sorella, residente in Italia, se ne persero le tracce, motivo per cui la donna ne denunciò la scomparsa alla alla questura di Pisa.

Le indagini portarono alla scoperta, riferisce Zambito nell’atto parlamentare, che l’uomo, attraverso i social media aveva "partecipato ad alcune discussioni, in qualche gruppo di propri connazionali e di persone vicine alla Guinea Equatoriale, sull’operato del governo del Paese".

Solo successivamente le autorità del Togo confermarono di averlo arrestato in esecuzione di un mandato d’arresto delle autorità guineane, alle quali è stato consegnato, conformemente a un accordo di cooperazione in materia di polizia giudiziaria tra i due Stati. Non esiste invece un trattato in vigore con la Guinea Equatoriale per il trasferimento di detenuti in Italia.

Un caso sul quale Said Talbi, presidente dell’Unità Migranti Onlus, con l’avvocato Giammarinaro e i familiari del 53enne hanno cercato in ogni modo di tenere alta l’attenzione.