IACOPO NATHAN
Cronaca

"Insegniamo a giocatori e tifosi di domani"

Il commento di Amedeo Tessitori, della Ryer Venezia e della nazionale, originario di Pisa

Il commento di Amedeo Tessitori, della Ryer Venezia e della nazionale, originario di Pisa

Il commento di Amedeo Tessitori, della Ryer Venezia e della nazionale, originario di Pisa

di Iacopo Nathan

"Crescere in un ambiente sano forma i giocatori e i tifosi del domani, abbiamo un compito importante". Amedeo Tessitori, nato a Pisa e cresciuto a Castelfranco, attualmente in forza alla Ryer Venezia, è uno dei cestisti italiani più importanti. Nel suo palmares vanta, tra i vari successi, un campionato e una Eurocup con la maglia della Virtus Bologna, una coppa Italia con Sassari oltre a più di 50 presenze con la maglia della nazionale azzurra. Un vero punto di riferimento per la palla a spicchi toscana, protagonista del campionato nostrano da anni. Un volto pulito dello sport.

Tessitori, quanto è importante, sopratutto da piccoli, giocare in un ambiente sano?

"Credo che sia una tematica molto importante, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede. Purtroppo i genitori più oppressivi si vedono in ogni sport, anche nei palazzetti di tutta Italia, ma non fanno il bene dei loro figli. Sopratutto da bambini, vivere lo sport in maniera sana è fondamentale per crescere, sia come giocatori che come uomini. Sapere di entrare in campo ed essere costantemente sotto pressione non aiuta nessuno. Poi ci sta che ognuno viva certe situazioni a modo proprio, ma non si aiutano così i ragazzi".

Nella sua carriera le è capitato di vivere momenti del genere?

"Io devo dire di essere stato molto fortunato. La mia famiglia, che era lontana, visto che ho fatto le giovanili a Siena e non vivevano lì, mi è sempre stata vicina ma mai in modo oppressivo. Mi hanno lasciato libero di sbagliare e crescere in maniera autonoma. Poi se mi vedevano giocare male, magari mi dicevano qualcosa a fine partita. Nei palazzetti qualche situazione spiacevole c’è stata, ma fortunatamente si è sempre risolto tutto in fretta".

Quanto è importante creare un clima disteso, anche per la crescita del basket italiano?

"Credo sia fondamentale. La cosa più importante è dare la possibilità a tutti di creare il proprio bagaglio di esperienze, che passa anche dagli errori e dagli sbagli. Ma un atteggiamento oppressivo non serve a niente. Non tutti i ragazzi avranno la fortuna di trasformare la loro passione per la pallacanestro in un lavoro, ma diventeranno i tifosi del domani, che riempiranno gli spalti. Sono loro che dobbiamo educare, per rendere il movimento sano e aperto a tutti".

Chiudiamo con la sua stagione, se richiamasse l’azzurro sarebbe pronto?

"Sono contento di come sta andando, a Venezia mi trovo molto bene, abbiamo avuto qualche difficoltà ma ci siamo ripresi. Per l’Italia, ho un bel rapporto con Pozzecco, se deciderà di chiamarmi io sarò pronto".