"Abbiamo inviato una segnalazione alla Commissione europea contro la realizzazione della nuova base militare a Coltano a cui il Governo ha dato il via libera col Decreto del presidente del Consiglio Draghi dello scorso marzo. Siamo davanti a un provvedimento in contrasto con lo stesso diritto dell’Ue". Lo rende noto il gruppo consiliare Diritti in comune. "La segnalazione – continua la nota – è stata redatta con la Clinica legale Salute ambiente e territorio dell’Università di Perugia e nel documento si denuncia la violazione del diritto europeo in materia ambientale che, a cominciare della Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue, prescrive la salvaguardia e il miglioramento della qualità dell’ambiente, a tutela della salute umana e nel rispetto del principio di precauzione, subordinando la realizzazione delle politiche nazionali ed europee al rispetto del principio di sostenibilità ambientale e della conservazione degli habitat naturali". La segnalazione all’Europa – si legge – "parte dal presupposto che il legame indissolubile tra l’ambiente e le comunità che lo abitano non possa essere ignorato o sacrificato per qualsivoglia ragione d’ordine economico o militare. Dopo la lettera inviata all’Unesco nelle scorse settimane, e in vista del grande corteo nazionale di giovedì 2 giugno indetto dal Movimento No Base, proseguiamo la nostra azione anche in sede istituzionale contro un progetto devastante per il nostro territorio, di cui chiediamo l’immediato ritiro".
Intanto oggi decine di associazioni ambientaliste, partiti e sigle della sinistra radicale e della galassia antagonista parteciperanno al corteo nazionale che si svolgerà a Coltano per dire no alla base dei carabinieri "dentro il parco, o altrove". All’iniziativa (accoglienza alle 11.30, inizio corteo alle 14.30), aderisce anche l’associazione ambientalista La città ecologica: "Il nuovo decreto ministeriale - spiega il presidente Pierluigi D’Amico - continua a ventilare, assurdamente e in spregio alle previsioni urbanistiche vigenti, il coinvolgimento degli edifici storici di Coltano per la dislocazione di reparti dei carabinieri. Non è scongiurato inoltre il pericolo che nuovo suolo venga consumato a Ospedaletto o altrove in città. La nostra battaglia contro la base a Coltano non è mai stata una battaglia contro i militari, meno che mai contro i carabinieri: è sempre stata ed è una battaglia per la difesa dell’ambiente e del territorio e contro il consumo di suolo". Secondo D’amico i punti fermi da cui partire sono tre: "Non coinvolgere in nessun caso aree o edifici ricadenti nel Parco; non consumare nuovo suolo e comprendere quali siano le esigenze strettamente operative dell’Arma, escludendo l’idea di cittadella, riducendo fortemente le dimensioni del progetto, soddisfacendo esigenze con le caserme (Gamerra e Bechi Luserna) presenti in città e sottoutilizzate".
Gab. Mas.