REDAZIONE PISA

La bolla di Clemente VI Agli albori dell’Ateneo Campus da 50mila studenti

Il professor Paolo Pontari e i segreti dell’atto papale

La bolla di Clemente VI Agli albori dell’Ateneo Campus da 50mila studenti

di Antonia Casini

Oltre 680 anni di storia e di storie. Pisa festeggia la fondazione della sua università. La bolla "In supremae dignitatis" (queste le prime parole dell’atto conservato in originale nel nostro Archivio di Stato) di papa Clemente VI è il più importante documento storico dell’Ateneo pisano. Fu redatto il 3 settembre 1343 nel palazzo pontificio di Villeneuve, sulle rive del Rodano. "Con la bolla – spiega il professor Paolo Pontari, docente di Letteratura latina medievale e umanistica al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e curatore della edizione critica con traduzione per Pisa University press – veniva ufficialmente ordinata la fondazione nella città di Pisa di uno Studium generale, "ossia di un centro universitario nel quale il titolo di studio rilasciato potesse avere valore legale universale, come nelle due più antiche e importanti Università in Europa, Bologna e Parigi". Nel testo si parla anche della posizione strategica di Pisa e della fonte ineusaribile di conoscenza che che l’Università avrebbe assicurato. Ma già dal 1338 Pisa "aveva iniziato a stipendiare docenti di diritto e di medicina". Da quel momento l’Università di Pisa è cresciuta e ora conta 20 Dipartimenti, con circa 150 corsi di laurea di primo e secondo livello e a ciclo unico, più di 20 corsi di dottorato, 50 scuole di specializzazione e oltre 60 master. I docenti sono più di 1 500 e poco più numeroso è il personale amministrativo, tecnico e bibliotecario. Gli iscritti sono circa 50.000 e rendono Pisa una città-campus: gli studenti provengono principalmente da Toscana e Liguria, con presenze significative dal Sud. A loro si aggiungono i tanti studenti stranieri che confermano il profilo internazionale del nostro Ateneo. Nella classifica di Shanghai (metà agosto) è tra i primi quattro in Italia e nella fascia tra il 151° e il 200° posto su scala mondiale. Impossibile elencare tutti i laureati illustri: da Galileo Galilei, ai premi Nobel Carducci, Fermi e Rubbia, dai registi Taviani, ai presidenti della Repubblica, GGronchi e Ciampi fino al tenore Andrea Bocelli.

Professore, ancora oggi “In supremae dignitatis" è il motto dell’Ateneo.

"Le bolle pontificie si intitolano con le prime parole del testo. Il motto riporta la classicizzazione anacronistica del dittongo (In supremæ dignitatis) rispetto alla grafia autentica mediolatina per la prima volta ora ripristinata nel testo dell’edizione critica da me curata ("In supreme dignitatis")".

Ma che cosa stabiliva?

"Secondo la bolla, lo Studium di Pisa avrebbe potuto dotarsi delle Facoltà di Teologia, Diritto canonico e civile, Medicina e di qualunque altra lecita Facoltà. Di grande interesse è la volontà di Clemente VI di concedere proprio allo Studium di Pisa, primo in assoluto in Italia, la facoltà di rilasciare la licentia ubique docendi in teologia. Condizione perentoria imposta dalla bolla In supreme dignitatis era che i docenti autorizzati a insegnare nello Studio generale di Pisa avessero acquisito il titolo di dottore o di magister a Bologna, a Parigi o in altri famosi Studi generali. Vi si esprimeva la volontà che i docenti e gli studenti dello Studio generale di Pisa potessero godere e servirsi di tutti i privilegi, i permessi e le esenzioni previsti negli altri Studi generali riconosciuti fino ad allora dal papato".