REDAZIONE PISA

La catena di comando delle cariche sotto la lente. Al vaglio anche posizioni e ruoli di due funzionari

Massimo riserbo della Procura. Ipotesi di reato violenza privata e lesioni

La catena di comando delle cariche sotto la lente. Al vaglio anche posizioni e ruoli di due funzionari

di Gabriele Masiero

PISA

Avanti piano. La procura procede lentamente, ma scrupolosamente, nell’inchiesta aperta dopo le cariche della polizia al corteo studentesco pro Palestina della scorsa settimana. Il fascicolo d’indagine è stato aperto subito ma è "ancora senza indagati" tra i poliziotti che quel giorno erano in servizio e tra i manifestanti che hanno sfilato in via San Frediano. Lo conferma il procuratore facente funzioni, Giovanni Porpora, che tuttavia mentiene il riserbo sulle ipotesi di reato pur spiegando "che se si apre un fascicolo si deve inserire anche per quale reato si indaga". Nei giorni scorsi sulle possibili ipotesi di reato lo scenario più plausibile, secondo quanto si è appreso, era quello della contestazione delle lesioni volontarie e della violenza privata. Ipotesi tuttora valide e sul tappeto ma che saranno, probabilmente circostanziate solo nei prossimi giorni quando all’indagine verrà impressa un’accelerata anche dal punto di vista investigativo una volta raccolto il quadro preciso di informazioni relative a quanto accaduto. I carabinieri del nucleo investigativo, che hanno ricevuto dalla procura la delega per l’analisi dei filmati della videosorveglianza urbana in modo da cristallizzare il più possibile la dinamica dei fatti, a breve inoltreranno la loro informativa all’autorità giudiziaria forse integrandola anche con la raccolta di alcune testimonianze. Successivamente, è quanto si apprende da ambienti giudiziari, la delega sarà assegnata alla squadra mobile che avrà il compito di indagare davvero sulle diverse posizioni indicate nella relazione di servizio inviata in procura dalla questura nei giorni scorsi. In quel documento ci sono anche nomi e mansioni di una ventina di poliziotti impegnati a vario titolo nella gestione del corteo: le due squadre di agenti del reparto mobile, poliziotti della Digos e della polizia scientifica incaricati di filmare il corteo e del tentativo di interlocuzione, non andato a buon fine, con i promotori della manifestazione. Al vaglio della magistratura anche le posizioni di due funzionari della questura che avevano materialmente il compito di gestire l’ordine pubblico. C’è da capire analizzando i filmati girati dalla Digos e della scientifica in cui si sentono anche voci e rumori della piazza, chi e perché abbia dato l’ordine di caricare gli studenti.