La comunità si mobilita: "Daremo tutti una mano. La chiesa è un simbolo storico"

Dal comitato che organizza con la parrocchia la sagra del pinolo: "Pronti ad aiutare". E i commercianti: "Momenti difficili, con la chiusura di San Piero, anche noi meno clienti".

La comunità si mobilita: "Daremo tutti una mano. La chiesa è un simbolo storico"

Il sopralluogo dei vigili del fuoco e della Soprintendenza

di Michele Bufalino

PISA

"Grande Giove", aveva esclamato il dottor Emmett ‘Doc’ Brown, il personaggio di Ritorno al Futuro, quando un fulmine colpì la torre dell’orologio di Hill Valley. Nel quartiere di San Piero a Grado forse non ci sarà un orologio fermo da 30 anni, ma ci sono alcune analogie con il film di Robert Zemeckis. A partire da una comunità che ha deciso di mobilitarsi per la storica basilica, passando per i problemi che si trascinano da decenni per il restauro della storica torre. "Rimarremo al fianco di Don Bryan - ha dichiarato Roberta Orsini, tra i rappresentanti del comitato che organizza, insieme alla parrocchia, la sagra del Pinolo, momento di aggregazione del quartiere che si rinnova annualmente e catalizza la comunità di San Piero a Grado e La Vettola -. Non sappiamo ancora quale sia l’entità dei danni ed è stato un trauma risvegliarsi domenica con gli effetti dei fulmini sulla basilica. Noi però faremo la nostra parte come abbiamo sempre fatto. Se ci sarà da dare una mano la daremo". A spiegare bene la situazione sono il sovrintendente ai beni culturali Valerio Tesi e l’architetto dell’ufficio tutela architettonica e paesaggistica Maria Irene Lattarulo, ieri mattina presenti a svolgere i primi rilievi. "E’ stato il comando dei vigili del fuoco a contattarci - dichiara il sovrintendente Tesi -. Il fulmine ha colpito la copertura e si è scaricato su una capriata interna, la seconda a partire dall’abside. La misura del danno non è ancora possibile verificarla, ma dovranno essere avviati prima gli interventi d’urgenza di puntellatura della capriata stessa. Valuteremo con il soggetto proprietario, ovvero la parrocchia, e l’arcidiocesi, le modalità più rapide di intervento". L’architetto Lattarulo aggiunge un particolare importante: "Stiamo valutando un intervento d’urgenza per garantire la conservazione di uno dei monumenti più importanti del patrimonio artistico del territorio pisano. Siamo operativi e in 24 ore dovremmo avere risposte certe". Nel frattempo i danni alla basilica rischiano di ripercuotersi anche sull’economia delle attività del luogo: "Si prevedono momenti di difficoltà - spiega Manuele Marongiu, proprietario della pizzeria La Basilica -. Con la chiusura al pubblico della basilica anche noi perderemo clienti, con i quali spesso lavoriamo specialmente quando ci sono comitive che vengono a visitare la chiesa. Possiamo sperare che sia abbastanza veloce la riparazione, ma quando si toccano beni culturali non si sa mai". I fedeli, non è ancora chiaro per quanto tempo, dovranno spostarsi nella chiesa di La Vettola: "Non è la prima volta, è già successo in altre occasioni per problemi di varie criticità - conclude Marongiu -. Tuttavia la chiesa de La Vettola è molto piccola ed è un problema gestire le messe troppo grandi di persone. Siamo abituati come comunità a vivere questo disagio, ma preferiremmo che i problemi fossero risolti una volta per tutte".

Lo conferma anche Maria Araneo, proprietaria della panetteria davanti alla basilica. "Ci sono sempre stati disagi alla basilica - ammette Araneo -. In inverno spesso le messe si svolgono a La Vettola per il troppo freddo, e poi c’è anche la questione della ristrutturazione della torre, lasciata a sé stessa. In questo momento però ci sono molti pochi residenti, diverse attività hanno riaperto in questi ultimi due giorni dopo le ferie. Paradossalmente i disagi sono ridotti al minimo in questo periodo, se fosse successo in inverno sarebbe stato molto peggio".