"La cultura del dono nel nome di Ilaria"

Il padre, il professor Marco Alestra, da 10 anni organizza iniziative per sensibilizzare i più giovani .

"La cultura del dono nel nome di Ilaria"

"La cultura del dono nel nome di Ilaria"

Era il 22 luglio 2014 quando Ilaria Alestra morì. Si era sottoposta a un trapianto di midollo osseo ed ebbe alcune complicazioni. Il padre Marco ricorda: "L’operazione era andata bene, ma ci fu un problema tra il sistema immunitario del donatore e quello di mia figlia, una forma di rigetto neurologico, purtroppo. Ma resta il grande valore del dono". E, proprio per diffonderlo nel nome della figlia, il padre continua a organizzare iniziative e raccogliere fondi per le associazioni del settore.

Gli ultimi eventi?

"Per ilsuo 33esimo compleanno, a "Le scuderie di Villa Mori" di Santa Maria a Monte, locale messo a disposizione da Elena, sono stati raccolti 2700 euro in parte donati all’ Agbalt, a sostegno delle famiglie dei bambini in cura, e in parte a Faritmo onlus, associazione di ricerca, con sedi all’ospedale San Martino di Genova e al policlinico Gemelli di Roma".

E poi formazione e informazione.

"Il 29 aprile, nell’ambito della Giornata della solidarietà 2023, si è svolta al Teatro verdi di Pisa la settima edizione della manifestazione ’Donaci Ilaria’, organizzata da Avis comunale Pisa in collaborazione con il liceo “Buonarroti”, Agbalt e l’Ufficio scolastico regionale Toscana. Presenti il presidente Avis comunale Pisa, Paolo Ghezzi, assieme al presidente di Agbalt Mirco D’Aversa, l’assessore Riccardo Buscemi, la presidente dell’associazione Ciardelli onlus Federica Ciardelli e il collaboratore vicario del Liceo Buonarroti, professor Giacomo Vanni. In quell’occasione erano presenti 800 studenti delle scuole superiori (quattordici) che hanno assistito a uno spettacolo di sensibilizzazione. Sono un insegnante e ho avuto l’onore e la fortuna di avere un allievo che ha donato il midollo".

La ricerca fondamentale in questo campo.

"Si scoprono sempre nuovi farmaci, si stanno studiando strategie per cercare di evitare l’incompatibilità. La strada è lunga. Il trapianto necessita di terapie prima e dopo, non sempre è la panacea. Ma la disponibilità al dono di ognuno dei giovani presenti può essere determinante per la salute altrui".

Da dieci anni è il suo primo obiettivo.

"Dal 2014 lotto quotidianamente con il dolore per la mancanza di mia figlia laria, ma la gioia e la forza che lei ha sempre trasmesso mi danno tuttora la forza di continuare a tenere vivo il suo ricordo".

Antonia Casini