STEFANIA TAVELLA
Cronaca

"La ferocia" di scena al Verdi

Michele Altamura e Gabriele Paolocà sono registi e attori nella piece tratta dal romanzo di Nicola Lagioia .

Michele Altamura e Gabriele Paolocà nella doppia veste di registi e attori de «La Ferocia»: oggi alle 17. sul palco del Teatro Verdi di Pisa

Michele Altamura e Gabriele Paolocà nella doppia veste di registi e attori de «La Ferocia»: oggi alle 17. sul palco del Teatro Verdi di Pisa

Oggi alle 17 sul palco del Teatro Verdi andrà in scena "La Ferocia", uno spettacolo tratto dal romanzo di Nicola Lagioia, vincitore del premio Strega nel 2015, con Michele Altamura e Gabriele Paolocà nella doppia veste di registi e attori. E ieri, prima delllo spettacolo si è tenuto nel Ridotto del Teatro il consueto incontro introduttivo per il ciclo "Conversazioni in Teatro", il ciclo di approfondimenti ai titoli di prosa organizzato in collaborazione con l’Università di Pisa. A condurre l’incontro Raffaele Donnarumma, docente di letteratura italiana contemporanea dell’ateneo.

"La ferocia" porta in scena il trionfo e la rovina dell’occidente attraverso la storia della famiglia Salvemini, in una saga familiare in cui le colpe dei padri si specchiano nelle debolezze dei figli. Vittorio Salvemini è venuto dal nulla e, come da copione, vuole tutto. Costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.

Nel pensare la regia dello spettacolo è stato scelto di mettere al centro, nella sua assordante assenza, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere. Intorno, l’abissale e cruenta vanità del potere rappresentata dagli altri membri della famiglia e da tutti coloro che sono coinvolti nei loro affari. A fare da contraltare, un figliastro tornato come un Oreste contemporaneo a gridare vendetta e un giornalista ossessionato da una frenetica fame di verità e da un amore sconfinato per la terra in cui è nato. La vicenda dei Salvemini ha il calore di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni. I biglietti sono in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, al servizio telefonico (050 941188) e su www.vivaticket.it.