La grande risorsa blu. Energia dalle onde oceaniche. Pisa svela il progetto del futuro

La transizione ecologica passa anche dal lavoro messo a punto dalla Scuola Superiore Sant’Anna. Il professor Fontana: "Stiamo sviluppando un generatore speciale, un modello sostenibile". .

La grande risorsa blu. Energia dalle onde oceaniche. Pisa svela il progetto del futuro

La grande risorsa blu. Energia dalle onde oceaniche. Pisa svela il progetto del futuro

di Mario Ferrari

PISA

"Catturare energia pulita e affidabile dalle onde in modo sostenibile e vantaggioso in termini economici". È con questo obiettivo che è stato avviato il progetto europeo di ricerca "Mega PTO Wave", finanziato dall’Unione Europea con oltre 4 milioni di euro. Il progetto, avviato a maggio e che durerà 48 mesi, vedrà il contributo dell’Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Sant’Anna di Pisa che, sotto la responsabilità del professor Marco Fontana, docente di Meccanica applicata alle macchine dell’ateneo d’eccellenza pisano, vuole realizzare un sistema capace di catturare grandi quantità di energia attraverso una macchina.

La riuscita di Mega PTO Wave potrebbe portare allo sviluppo di un sistema che contribuirebbe significativamente al fabbisogno energetico globale.

Professor Fontana, può spiegare meglio?

"L’obiettivo è sviluppare una macchina elettrica in grado di convertire l’energia rinnovabile del moto ondoso in energia elettrica in modo sostenibile. L’idea non è una novità, sono anni che molte aziende ci stanno lavorando, ma la rivoluzione è l’utilizzo di una particolare macchina elettrica sviluppata da un’azienda scozzese in combinazione con un sistema di controllo da noi sviluppato".

E in cosa avete contribuito?

"Intendiamo utilizzare algoritmi di controllo basati sull’intelligenza artificiale con componenti basate su modelli fisici in grado di gestire i sensori, monitorare i parametri e decidere quanta potenza produrre per ottimizzare l’energia prodotta ma evitare un deterioramento del sistema. Mi preme però sottolineare una questione...".

Dica, professore.

"È importante non solo sviluppare sistemi efficienti, ma anche considerare gli impatti del ciclo di vita dei materiali, produzione, installazione, funzionamento e smantellamento. Il tutto per produrre energia pulita in maniera sostenibile".

Un’energia pulita che voi ottenete dal moto ondoso. Come fate?

"La tecnologia che stiamo sviluppando si applica a diversi dispositivi di conversione del moto ondoso – chiamati wave energy converter WEC - come boe o portali che interagiscono con l’onda e trasformano il moto oceanico in un moto di rotazione di un‘asse. La macchina che stiamo sviluppando è un generatore che, applicato dentro questi WEC, permetterà di trasformare energia elettrica a un certo voltaggio che viene immessa in rete, tipo una turbina eolica".

E potrà essere applicata a ogni tipo di mare?

"Dipende. L’idea finale è una taglia di generatore in grado di produre una potenza di alcune centinaia di kilowatt che potrà essere applicato a qualsiasi contesto in cui le onde siano abbastanza potenti. Le onde oceaniche sono preferibili visto che trasportano molta più energia, ma anche nel nostro Paese ci sono siti interessanti come a ovest della Sardegna e sarà importante trovare onde intermedie visto che ad alta potenza corrispondono alti costi di manutenzione e alti rischi".

E voi non puntate solamente a una sostenibilità economica ma anche a una sostenibilità ambientale più ampia.

"Esatto, l’obiettivo finale è quello di avere un ritorno di energia e materie prime impiegate per costruire il sistema senza sprechi. Il nostro deve essere un sistema robusto, facile da produrre, trasportare, installare, mantenere, rimuovere e riciclare. Serve un modello sostenibile ed economicamente vantaggioso per contribuire a vincere la sfida della transizione verso emissioni zero".

Ma concretamente quanto potrebbe contribuire il moto ondoso dal punto di vista energetico?

"L’energia che si può creare dal moto ondoso non è la panacea di tutti i mali ma il contributo come risorsa globale non è affatto trascurabile. Le predizioni sono molto variabili ma si parla di una risorsa che, se ben sfruttata, potrebbe ‘fruttare’ ben oltre il 10% del fabbisogno mondiale di energia".