Stare in guardia, restare lucidi e non farsi prendere dal panico. In palestra insegno alle ragazze questi principi per affrontare un’eventuale aggressione in strada". Paolo Bernardini, vigile del fuoco in pensione, psicologo dell’emergenza in attività e da 40 anni atleta, campione e istruttore di kickboxing torna sul "ring" insieme alle "sue" ragazze per un corso sull’autodifesa nella sua palestra in via Piave a Cucigliana (Vicopisano) ogni venerdì dalle 19.30 alle 20.30 fino a giugno.
Bernardini, registriamo quotidianamente un’escalation di violenza sulle donne, non solo domestica ma anche all’esterno delle mura di casa, quali strumenti utili offre il suo corso?
"Il corso è gratuito e consiste in tecniche di kickboxing e in una attenta e specifica preparazione psicologica volta, essenzialmente, a prevenire il contatto fisico, a spiegare come avvengono le aggressioni, per stare sempre in guardia e restare lucide in caso di pericolo".
Cosa fare di fronte alla minaccia di un’aggressione per strada?
"Anzitutto è fondamentale individuare una via di fuga sicura. Sicuramente avere la padronanza di tecniche di base di kickboxing offre, nell’ambito della consapevolezza di come difendersi in una situazione di eventuale rischio una sicurezza personale in più, ma il nostro obiettivo deve restare quello di evitare il contatto con un possibile aggressore perché le conseguenze che ne possono derivare sono poi sempre difficili da superare anche nel caso siano lievi".
Oltre ad essere un campione e istruttore di kickboxing è anche un pompiere in pensione e uno psicologo dell’emergenza. In cosa consiste quest’ultima attività?
"Nel 2017 ho aperto lo sportello di ascolto nella sede del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco a Pisa e credo che tutt’oggi sia uno dei pochi esistenti sul territorio nazionale. Mi occupo di dare assistenza psicologica ai miei colleghi e ho compreso fin da subito, dai feedback ricevuti che è un servizio necessario che dovrebbe essere esteso in tutte le stazioni dei vigili del fuoco. C’è un circuito emotivo molto forte che parte dalla chiamata di emergenza fino al ritorno in sede che condiziona lo stato di salute dei lavoratori. Ma non solo. Anche la scomparsa di un collega può essere vettore di uno stress difficile da controllare, come nel caso del compianto Federico Ficcoli, per cui ho tenuto oggi (ieri per chi legge, ndr) un debriefing psicologico".
Può dirci di più?
"Quando le persone vedono passare il camion dei vigili del fuoco a sirene spiegate solitamente si chiedono ‘Cosa sarà successo?’, ma nessuno pensa a come si sentono i soccorritori in quel determinato momento. Già dalla sala operativa viene percepita un’attesa silente che provoca a sua volta una dose di stress silente. Quando suona l’allarme, il vigile del fuoco sale sul mezzo e solitamente viene osservato un cambio repentino di umore. Arrivati sul posto, a seconda dell’intervento, il vigile del fuoco può essere sottoposto ad uno choc da visione. Al rientro in centrale potrebbero affiorare diverse emozioni negative come tristezza, senso di colpa e vergogna. Emozioni difficili da esprimere anche ai propri cari. Ecco perché un sostegno psicologico può essere un utile alleato".