GABRIELE MASIERO
Cronaca

La lezione della piccola Jo. Dei bambini la deridono. E la sua classe si presenta a scuola coi calzini spaiati

L’iniziativa lanciata dalle maestre di seconda della primaria Quasimodo di Calambrone dopo lo spiacevole episodio verificatosi a un compleanno .

L’iniziativa lanciata dalle maestre di seconda della primaria Quasimodo di Calambrone dopo lo spiacevole episodio verificatosi a un compleanno .

L’iniziativa lanciata dalle maestre di seconda della primaria Quasimodo di Calambrone dopo lo spiacevole episodio verificatosi a un compleanno .

"Ci sono infiniti colori per infinite tonalità. Ci sono persone che chiudono gli occhi ed altre che ti sorprendono. Ci sono scuole che ancora oggi non hanno la sensibilità di essere inclusive, e scuole che dell’inclusione ne fanno la loro bandiera". Così Irene Ceneri, mamma di Jo Santabarbara, la bambina di Tirrenia che da e combatte con la sua emimelia bilaterale tibiale, parla dell’iniziativa della scuola "Quasimodo" di Calambrone, organizzata per la giornata nazionale dei calzini spaiati nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’accettazione delle differenze e promozione della diversità. La classe di Jo, una seconda elementare, su richiesta delle maestre si è presentata con piedini colorati e diversi, celebrando così, con ogni calzino, l’espressione della propria individualità. "È stata - dice mamma Irene - una giornata dedicata alla bellezza di essere tutti diversi tra noi, grazie a un progetto che insegna che essere bulli non è essere divertenti o forti, se ho un problema quel problema appartiene a tutti, che si può vivere insieme, basta volersi bene e rispettarsi". Un processo di consapevolezza che, di fronte a un episodio spiacevole avvenuto in passato, ha dimostrato la crescita della comunità scolastica. "Ad un compleanno alcuni bambini hanno preso in giro Jo per il suo modo di camminare e la sua statura - racconta la mamma - ma noi genitori abbiamo deciso di non intervenire per vedere come si sviluppava la situazione e ciò che è accaduto ci ha commosso: i compagni di classe hanno accerchiato mia figlia che di fronte a quelle parole era rimasta molto dispiaciuta. I bambini hanno avvicinato gli autori di quel brutto scherzo e li hanno redarguiti. ‘Non vi permettete’, hanno detto, ‘di dire più certe frasi a Jo, lei è nostra amica’".

Una difesa collettiva di molti contro la prepotenza di pochi. "In quel momento ho scoperto - osserva Irene Ceneri - una comunità pulita. Libera dal giudizio. Ho visto l’amore e mi sono sentita orgogliosa del lavoro dei genitori, certo, e di quello della scuola. Serve a questo far celebrare ai bambini la giornata della diversità, poco importa di che colore siamo, se lunghi, corti, morbidi o leggeri, siamo sempre semplicemente calzini, e in questa scuola perfettamente sensibilizzata, Jo non è la mia amica disabile, è semplicemente Jo". Intanto la bimba di Tirrenia va avanti: ha iniziato a fare fisioterapia senza il tutore di sinistra, muovendo i primi passi con la prima delle due gambe finalmente libera dal tutore.

Gab. Mas.