Un anno fa 504 operatori della salute mentale firmavano un’accorata lettera-appello al presidente della Repubblica, nel primo anniversario dall’uccisione di Barbara Capovani, la responsabile Spdc del Santa Chiara, massacrata dal 37enne di Torre del Lago, nel 2019 ricoverato nel suo reparto e poi in qualche modo ‘sfuggito’ al controllo dello Stato. Il 7 aprile prossimo, intanto, al Quirinale, il presidente Mattarella conferirà la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica ad memoriam alla dottoressa Capovani. Il cui martirio è stato motore per la legge, approvata a novembre, che inasprisce le misure cautelari nei confronti di chi si rende responsabile di lesioni al personale sanitario, prevedendone l’arresto anche in differita. Ma basterà il pugno duro della repressione? E bastano le medaglie dello Stato, per onorare l’insegnamento e la memoria della psichiatra pisana che tutti ricordano per la straordinaria attitudine (e un’inesauribile volontà di farlo) ad individuare e risolvere i problemi, dei pazienti, dei colleghi e della struttura che dirigeva? "Basaglia – scrive il dottor Stefano Naim, psichiatra di Carpi, uno dei 504 firmatari di quella lettera a Mattarella – oggi racconterebbe di un nuovo manicomio, fatto di disinvestimento e disinteresse.....
CronacaLa memoria per guarire il sistema