MARIO FERRARI
Cronaca

La missione degli scienziati di pace: "I contrasti diventano opportunità. Il corso di laurea? Sottovalutato"

Ilaria Tucci torna a Pisa da presidente dell’EuPRA per la conferenza biennale al Polo le Benedettine. Da oggi a sabato l’evento internazionale ospitato dall’Università di Pisa e dedicato al tema del dialogo.

L’invito ai giovani da parte di Ilaria Tucci è a continuare a percorrere la strada che porterà del buono nella società

L’invito ai giovani da parte di Ilaria Tucci è a continuare a percorrere la strada che porterà del buono nella società

Pisa, 5 ottobre 2024 – Dal palcoscenico alla presidenza dell’EuPRA, l’associazione europea per la ricerca sulla pace. Una parabola particolare quella della pisana Ilaria Tucci, che oggi è tornata a casa dopo tanti anni all’estero per assistere alla conferenza biennale dell’associazione che lei guida dal 2022, che per la prima volta avrà come teatro proprio Pisa. Un evento internazionale occasione sia per fare il punto come ricercare la pace sia per approfondire l’importanza delle scienze della pace, tema che sta particolarmente a cuore a Ilaria Tucci che si è definita "felicissima e onorata di tornare a Pisa e portare un convegno così importante alla città che mi ha dato i natali e mi ha permesso di studiare ciò che mi piace". La sua esperienza però non è puramente accademica. "Ho studiato per diventare attrice. Il richiamo di scienze della pace è nato durante il mio percorso lavorativo: stavo tenendo un laboratorio di teatro coi bambini delle scuole e mi sono accorta che nella mia formazione mancava la capacità di gestone dei conflitti che spesso nascevano in classe. Nel mio desiderio di approfondimento, mi sono imbattuta nel 2006 nel corso di laurea di scienze della pace e ho iniziato a frequentarlo".

Come si è trovata?

"Quando ero studentessa venivo derisa per il mio corso, denigrato per l’incapacità di offrire sbocchi lavorativi. Oggi sono l’esempio del successo del corso di laurea spesso troppo sottovalutato".

E come lo ha reso la sua professione?

"Avevo voglia di conoscere e approfondire il tema per combinare le mie due passioni, combinando il teatro con la gestione dei conflitti. Mi sono però scontrata con la dura realtà che l’Italia non era il posto giusto perché era poco organizzata".

Ed è andata all’estero...

"Esatto. Ho realizzato il mio sogno in Finlandia, all’Università di Tampere dove la comunità era molto incuriosita dal mio interesse per collegare teatro e pace. Qui ho fatto un dottorato e la mia carriera è continuata fino ad arrivare nel 2022 alla presidenza dell’EuPRA".

Cosa vuole dire ai giovani che studiano scienze della pace oggi?

"Di continuare se è la strada che vogliono percorrere: se sentono che hanno voglia di portare del buono nella nostra società allora scienze della pace è il corso per loro. Si cimentano con l’interdisciplinarietà ed entrano in contatto con la diversità, che è una grandissima maestra".

Gli sbocchi lavorativi ci sono in Italia?

"Il mondo di oggi punta a essere inclusivo e accogliente, dunque gli scienziati della pace sono una risorsa. Imparano come accogliere, accettare e inserire la diversità nella società e trasformare i conflitti in opportunità per crescere anziché dividere: il contrario della logica della violenza alla base delle guerre".