Pisa, 28 febbraio 2024 – Un grande corteo sabato 2 marzo che partirà da piazza Vittorio Emanuele è stato annunciato ieri dagli studenti medi di Pisa, dopo i fatti avvenuti venerdì 23 febbraio. È la risposta dell’assemblea pubblica che si è svolta ieri pomeriggio in aula magna all’interno del polo Carmignani dell’Università di Pisa.
L’incontro aperto alla cittadinanza era stato convocato dopo l’episodio di venerdì quando un corteo studentesco pro-Palestina è stato caricato dalla polizia in via San Frediano. "Pisa non ha paura" è lo striscione che viene esposto di fronte ad un’aula gremita, tanto da dover cambiare l’aula precedentemente scelta per l’occasione (non senza qualche piccola tensione con un professore che invece doveva svolgere lezione).
L’invito a scendere in piazza arriva dagli stessi studenti che sono finiti sotto i colpi dei manganelli della polizia. "Il corteo – ha preso parola Francesco Piacquadio, diciottenne presente al corteo in via San Frediano -, si radunerà a partire dalle 14 in piazza Vittorio Emanuele, per chiedere le dimissioni del Questore e delle autorità che hanno gestito la piazza quel giorno, ma anche – ha aggiunto -, per la Palestina, e per chiedere la cessazione degli accordi universitari e statali con Israele". Presenti all’assemblea tanti studenti, ma non solo. Anche realtà politiche diverse come alcuni rappresentati di Potere al Popolo, No base, consiglieri comunali come Enrico Bruni (Pd), Ciccio Auletta (Una città in comune), attivisti di Sinistra Italiana, e il collettivo studentesco degli Studenti per la Palestina che unisce vari gruppi studenteschi universitari e non. L’assemblea è iniziata con il racconto di quanto successo venerdì.
"Volevamo fare il giro dei poli universitari per parlare di quello che sta accadendo in Palestina - ha spiegato Alessandra Mosca, studentessa -. Molto spesso ci hanno chiesto se avessimo paura, la risposta è sì, ci hanno caricato più volte, rincorrendoci e sbattendoci contro i muri, ma c’era anche tanta determinazione". Tanti applausi tra un intervento e l’altro, "vogliamo le dimissioni di Ziello" tuona qualcuno e tanti rimandi alla protesta spontanea in piazza Cavalieri di venerdì pomeriggio: "Il popolo pisano ha ricordato cosa l’antifascismo significa per questa città".
"Perché è così difficile dire la parola genocidio – chiede invece Giacomo, studente di storia -, quando invece un professore con facilità ci dà dei fascisti" dice riferendosi al professore di storia cacciato dall’aula per poter svolgere l’assemblea. "Questo docente – insiste lo studente -, sa quante moschee e quanta storia è stata cancellata dalle bombe israeliane. Veniamo zittiti perché usiamo il termine genocidio, ma quando è diventato reato dirlo ad alta voce, così mi chiedo – conclude il giovane -, come quando è diventato reato protestare per strada".