La mostra a Pisa. Rapiti dalla Grande onda. E’ il Giappone di Hokusai

Dal Sol Levante al mondo: più di duecento capolavori esposti a Palazzo Blu. Fino al 24 febbraio le stampe del filone artistico ukiyoe, il “Mondo Fluttuante”.

La mostra a Pisa. Rapiti dalla Grande onda. E’ il Giappone di Hokusai

Uno dei capolavori di Hokusai esposti a Palazzo Blu a Pisa fino al 24 febbraio

di Carlo Venturini

PISA

A Palazzo Blu c’è una "grande onda" blu di Prussia. E’ l’icona come la Monna Lisa per Leonardo da Vinci. L’onda è quella del maestro giapponese Hokusai ed è solo una delle 200 opere che vanno a comporre quel mondo di eleganza, e mistero che è l’esposizione "Hokusai maestro eclettico" fino a 23 febbraio a Palazzo Blu. "Hokusai è il Leonardo da Vinci giapponese". Così si esprime Rossella Menegazzo curatrice della mostra. L’opera intitolata "La grande onda" è talmente famosa che viene quasi da "tralasciarla" visto la sua estenuante riproduzione. Da tralasciare, e concentrarsi sulla ricchezza, raffinatezza ed erotismo delle opere esposte; si va dalle "Trentasei vedute del Monte Fuji, passando ai biglietti da visita e di invito (Surinomo), ai manga, alle opere silografiche e pittoriche e poi agli shunga, album raffinatissimi di arte erotica che aggiravano la censura grazie a copertine floreali elegantissime. C’è una sala infatti, a Palazzo, dove l’ingresso è consigliato a un pubblico adulto. "Questa è una mostra da visitare più volte – invita Menegazzo – ed è da guardare avvicinandosi all’opera per cogliere la precisione dei dettagli. Per apprezzare veramente la tecnica del maestro ci vuole tempo, un tempo che è diverso dal nostro".

I visitatori gradiranno la ricca sequela di manga che non sono quelli nell’accezione contemporanea, bensì sono taccuini, appunti didattici per gli allievi del maestro, disegnati con scene di vita quotidiana, studi del movimento dei corpi, e da qui l’assonanza con Leonardo. La sede espositiva di Palazzo Blu, è appropriata per più motivi ma anche perché: "L’opera "La grande onda" è realizzata con il blu di Prussia": precisa Menegazzo. Il blu di Prussia era uno dei pochi colori che arrivavano dall’estero, nel Giappone isolato culturalmente e geograficamente dal mare in tempesta; quella onda è come se fissasse l’isolamento dell’isola ma al tempo stesso la sua difesa.

Nella mostra, accanto a scene di paesaggi, e di lavoro nei campi o nei fiumi si aprono ventagli onirici di donne bellissime, sale da tè, abiti sontuosi e raffinati come le acconciature accogliendo ed illustrando la realtà ed i sogni alla "moda" di quell’epoca. Il presidente di Palazzo Blu, Cosimo Braccitorsi: "Con oltre duecento opere, provenienti dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, dal Museo d’Arte Orientale di Venezia e da collezioni private, si propone un affascinante racconto che ne mostra l’eccentricità, il talento ma anche il rapporto con il mercato del tempo. Oltre alla produzione di massa più nota al pubblico, quella delle vedute celebri, in particolare del Monte Fuji, dei manga, veri e propri manuali per amatori e professionisti pittori, viene esposta la produzione più ricercata legata al mondo letterario e poetico con una grande selezione di surimono".

"E’ una mostra dal fascino inusuale – dice il presidente di Fondazione Pisa, Stefano Del Corso - con la quale, Palazzo Blu valorizza importanti collezioni d’arte giapponese di fine ‘800 e al tempo stesso si proietta e proietta Pisa nel prossimo futuro, stabilendo un ponte ideale con la cultura del paese che ospiterà ad Osaka l’Expo 2025". L’esposizione è a cura di "Mondo mostre" con un catalogo "monumentale". Biglietto intero 14 euro.