La personalità dell’aggressore: "Uomo fragile che distrugge ciò che non va e non controlla"

Valerio Spinelli, 46 anni, in carcere da sabato, sarà davanti al Gip stamani per la convalida dell’arresto e l’interrogatorio. L’analisi del criminologo e psichiatra Alessandro Meluzzi.

La personalità dell’aggressore: "Uomo fragile che distrugge ciò che non va e non controlla"

La personalità dell’aggressore: "Uomo fragile che distrugge ciò che non va e non controlla"

di Carlo Baroni

PONTEDERA

Chi è Valerio Spinelli, 46enne bagnino di Livorno? Cosa lo ha spinto a tentare di sgozzare la sua ex fidanzata? Cos’è successo in quegli istanti quando lui si è presentato sotto casa di lei, in via De Nicola a Pontedera a pochi passi dal centro cittadino? Cosa si sono detti, se qualcosa si sono detti, prima che l’uomo le piantasse una coltellata nella gola che avrebbe potuto portare alla morte Rosanna Calistro, 57 anni, in una manciata di secondi, se non fosse stata immediatamente soccorsa? In quale profilo s’inquadra la personalità di Spinelli, che vive da qualche anno in zona Sorgenti a Livorno, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e da piazza Dante? Il 46enne abita da solo, e in passato pare abbia fatto anche il manovale. La relazione con l’ex guardia penitenziaria di Pontedera era in piedi da qualche anno. Pare con alti e bassi. Nel settembre scorso la fine, decisa da lei. Non condivisa da lui. Spinelli aveva già alzato le mani. In un’occasione – è emerso dopo il fatto di sabato mattina – le aveva rotto anche alcune costole e Rosanna era andata dai carabinieri a raccontare le frizioni con l’ex. Ma non aveva voluto denunciarlo nonostante i militari l’avessero invitata a farlo: non si sentiva in pericolo, si sentiva sicura, forse, di poterlo gestire. Non era così, purtroppo. Tant’è che sabato mattina, Spinelli è andato a Pontedera per affrontarla. In quella circostanza ha cercato di ucciderla. Poi a piedi, con il coltello in tasca, si è incamminato verso la stazione, per prendere il treno e tornare a Livorno. Per approfondire il fatto e la personalità dell’uomo che ha tentato di uccidere la donna con la quale era stato insieme, abbiamo chiesto al professor Alessandro Meluzzi, psichiatra, personaggio televisivo, saggista criminologo.

Professor Meluzzi come possiamo inquadrare il fatto e l’esecutore del reato?

"E’ un copione classico, direi. Ad armare l’uomo è stato il raptus malinconico scatenato dalla perdita dell’oggetto del desiderio".

Un raptus che può essere di una portata tale fino al tentativo di uccidere?

"Indubbiamente. In casi del genere si è disposti a sacrificare se stessi per mettere fine alla vita dell’altro".

Sembra che Spinelli abbia mostrato tranquillità, non abbia effettuato tentativi di resistere all’arresto, e sia rimasto sempre sostanzialmente sereno dalle manette al carcere. Nessun segno evidente, almeno per ora, di pentimento. Come si spiega?

"Sono elementi tutt’altro che inconsueti: è una tranquillità patologica del soggetto che ha una visione distorta della realtà".

C’è grande allarme, oggi, per i femminicidi. Si parla di un fenomeno pericolosamente e drammaticamente in crescita

"E’ una questione seria e grave, certo. Ma non è un fenomeno in crescita. Ce lo dice la storia: cent’anni fa erano dieci volte in più di oggi, solo che si chiamavano e si classificavano diversamente: erano vendette, erano delitti d’onore, e così avanti. Ma erano femmimicidi anche quelli".

Ma allora cosa sta accadendo in questo nostro tempo, dove il fenomeno non riusciamo a controllarlo e ad invertire la tendenza?

"Siamo davanti alla fragilità del maschio, che non accetta la perdita, e che distrugge ciò che non va e che non controlla. Il resto è un problema di civiltà".

Anche Spinelli,dunque, non controllava e non possedeva più Rosanna. Lei aveva deciso di lasciarlo, quando le cose non andavano bene e l’uomo – da quanto è emerso – aveva mostrato anche un volto violento, che le aveva fatto male e che però non l’aveva impaurita al punto di intraprendere un percorso di sicurezza e di protezione. Così il 46enne l’ha attesa sotto casa, appena lei è uscita per andare a fare la spesa al vicino supermercato Lidl, e l’ha aggredita. Un solo colpo. Una coltellata. Potenzialmente mortale. Lei è rimasta accasciata a terra. In mano aveva ancora le chiavi di casa.