REDAZIONE PISA

La protesta di un medico: "Non mi vaccino finché non tocca ai più fragili"

La denuncia del professor Marco Gallucci: "Mia madre è immunodepressa, ha 82 anni e ha avuto due tumori, ma non è stata contattata"

econdo le disposizioni regionali la campagna vaccinale ha coinvolto prima gli 80enni

Pisa, 7 marzo 2021 - Il nodo sta tutto nelle priorità. La vaccinazione per la popolazione degli ultraottantenni – a cura dei medici di base - è iniziata da qualche giorno, anche se con passo lento. Ma il criterio – ad oggi, secondo le indicazioni della Regione - è solo l’età. "Senza considerare la presenza di patologie, anche gravi, e il livello di disabilità". La denuncia arriva dal professor Marco Gallucci, chirurgo plastico pisano che opera in strutture private a Firenze e Pistoia. Una battaglia che va oltre il caso personale. "Seppur medico chirurgo pro vax ho deciso di non sottopormi a vaccinazione fino a che le persone a massimo rischio di esposizione non lo riceveranno".

Il caso, miccia che ha fatto esplodere la protesta, è quello di sua madre: "Ha 82 anni ed è affetta da disabilità post ictus, avuto un anno fa, con scompenso cardiaco medio-grave oltre a una sindrome importante gastrointestinale. E’ immunodepressa per linfoma non hodgkin in atto. E ha due tumori pregressi al seno e tiroide. La grave situazione è certificata da amici e colleghi dirigenti delle unità operative di ematologia, neurologia, cardiologia, gastroenterologia. L’unico con cui non riesco ad avere risposta alcuna è il suo medico di base". Il professor Gallucci (ancora in attesa di vaccinazione in quanto libero professionista, pertanto in fondo alla lista tra i sanitari) lo avrebbe contattato più volte, tramite pec e mail, senza ottenere risposta.  

«Mi ha risposto invece un consigliere comunale e mi ha spiegato che l’ordine con cui i vaccini vengono somministrati è legato unicamente all’età. Il medico di base non è chiamato quindi a fare alcuna valutazione ma deve solo vedere il certificato anagrafico per procedere alla priorità nella somministrazione. E’ questo è assurdo nonché sbagliato, e lo dico da medico. Non viene tenuta in considerazione la gravità e la condizione reale di rischio di esposizione covid del cittadino nella lista delle priorità vaccinali. Capisco che il medico curante possa seguire letteralmente l’indicazione regionale ma nessun protocollo in medicina viene applicato in modo meccanico e prestabilito. Serve flessibilità, è necessario adeguarsi al paziente che si ha davanti. Inoltre i medici di base conoscono i propri pazienti, possono valutare le singole situazioni. Mia madre è immunodepressa ma deve essere sottoposta a continui controlli per le patologie da cui è affetta. Controllo che non so se continuare a farle fare perchè se entrasse a contatto con il virus per lei sarebbe devastante. E se il criterio rimane solo l’età, lei rischia seriamente di essere vaccinata a maggio. Lei – conclude il professor Gallucci - come tanti altri ultraottantenni vulnerabili e senza difese". Francesca Bianchi