Come "archeologi del cosmo", gli scienziati della Scuola Normale indagheranno l’origine delle galassie nel loro primo miliardo di anni di vita. Il gruppo di ricerca di Cosmologia della Normale, diretto dal professor Andrea Ferrara, sarà difatti l’unico a guida italiana a partecipare al programma scientifico messo in piedi dalla Nasa in collaborazione con Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia spaziale canadese (CSA). Il progetto di ricerca presentato dagli scienziati pisani è stato selezionato tra oltre mille arrivati da tutto il mondo per entrare a far parte del progetto, a tutti gli effetti ‘spaziale’, che prenderà ufficialmente il via il 31 ottobre con il lancio, dalla base di Kaourou, nella Guyana Francese, di James Webb, il più grande telescopio spaziale mai realizzato. James Webb è il successore di Hubble, lanciato nello spazio nel 1990 e che ora è avviato alla pensione. Costato 10 miliardi, lavorerà nello spazio per cinque anni. Gli studiosi della Normale avranno a disposizione 21 ore di osservazioni. Ogni ora costa, in proporzione rispetto al costo dell’operazione, circa 230mila euro: una cifra colossale già in sé e se moltiplicata per 21 ore. "Siamo orgogliosissimi – commenta Andrea Ferrara, che alla Normale è professore ordinario di Astronomia e Astrofisica nella Classe di Scienze -, è come se avessimo ottenuto un finanziamento di quasi cinque milioni di euro. È una occasione importantissima per il nostro gruppo perché potremo per la prima volta indagare l’origine di tre galassie". "James Webb è uno strumento potentissimo e affronterà un viaggio di un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Potrà eseguire osservazioni straordinarie grazie all’altissima tecnologia di cui è dotato. Il suo viaggio durerà sei mesi e, una volta arrivato, fatte le verifiche, inizierà le osservazioni a partire da maggio 2022". Il telescopio trasmetterà i dati alla base Nasa di Baltimora e da qui arriveranno a Pisa. Gli studiosi della Normale saranno tra i primi a ‘usare’ James Webb. "Mi fa piacere – commenta Ferrara – sottolineare che del nostro gruppo fanno parte quattro donne e anche allievi ordinari e dottorandi", commenta lo scienziato, che sarà affiancato da Stefano Carniani, Simona Gallerani, Andrea Pallottini, Livia Vallini, Evangelia Ntormousi, Mahsa Kohandel. "Il nostro esperimento - spiega Carniani - è dedicato alla ricerca della luce emessa dalla popolazione stellare e dal gas ionizzato all’interno di tre galassie risalenti a soli 500-900 milioni di anni dopo il Big Bang. Queste osservazioni consentiranno di capire in maniera precisa come queste galassie si siano formate e quando".
Eleonora Mancini