La rivolta dei corrieri: "Sfruttamento a domicilio"

Presidio di Usb davanti alla base logistica di Amazon a Montacchiello

La rivolta dei corrieri: "Sfruttamento a domicilio"

Il presidio di Usb

"Lo sfruttamento dei lavoratori arriva a domicilio". Lo denunciano i sindacati Usb di una ditta italiana appaltatrice dei servizi "dell’ultimo miglio" del colosso Amazon che secondo i sindacati "sa ma finta di non sapere". I sindacalisti son pronti ad alzare i toni della protesta perché "in meno di sei mesi i driver, i conducenti dei furgoni hanno subito 30 provvedimenti disciplinari, sono costreti a pgari i danni ai furgoni, devono consegnare fino a 166 colli di merce e non possono fermarsi neppure un minuti che subito la app amazon flex ti intima di muoverti. I sindacalisti sono davanti la sede di Amazon a Ospedaletto e Simone Selmi della Usb dice: "Ne va della sicurezza degli stessi conducenti che spesso non possono rispettare i limiti di velocità. Ci hanno cambiato le rotte che sono sempre più lunghe. Dobbiamo correre, non possiamo fermarci, la app Amazon Flex è implacabile e noi lavoratori non possiamo nemmeno accedere ai dati della app, e sarebbero dati nostri che ci servono per contestare le questioni disciplinari".

Dal 2017 il corriere Amazon in Italia è assunto in appalto in qualità di "operaio G1" del settore "Logistica e Trasporti – spedizione merci" presso una sede territoriale denominata Delivery Station. "Le rotte – prosegue l’Usb - vengono elaborate su un nastro giornaliero di 8 ore e 50 minuti e l’operaio opera in regime di discontinuità: ossia per l’inquadramento della figura professionale viene definito che nell’arco di una tipica giornata lavorativa hanno modo di presentarsi degli intervalli di inattività che sia legittimo non retribuire. Di conseguenza l’orario di attività di questo specifico personale viaggiante può estendersi oltre l’orario stabilito dal contratto di assunzione, sino ad un tetto massimo di cinque ore senza che tale estensione sia retribuita in alcuna forma". Matteo Croatti di Usb dice: "I carichi di lavoro non si misurano né in numero di colli né in numero di clienti, bensì in stop. Uno stop racchiude tutti i clienti nel raggio di duecento metri da quello che viene preso come riferimento dal sistema di generazione delle rotte. Una rotta generica localizzata fuori da aree urbane prevede un andamento medio di 20 stop all’ora una volta sottratti il viaggio di andata e di ritorno e 30 minuti di pausa". Se le cose non cambieranno "a settembre ci sarà il picchetto davanti ai cancelli".

Carlo Venturini