È indagato per lesioni aggravate continuate l’uomo sospettato di avere punto con una siringa due studentesse in due distinti episodi avvenuti il 18 e il 19 gennaio. A lui gli inquirenti sono arrivati indagando sui sex offender, pregiudicati per reati sessuali o violenze di genere e, infatti, il cinquantenne ha finito di scontare nel 2022 una pena per l’omicidio di una donna. Nei giorni scorsi è stato perquisito e a casa sua gli agenti della squadra mobile, che ha condotto indagini tanto rapide quanto minuziose, avrebbero trovato nascosto l’ago di una siringa che è stato sequestrato e sul quale ora saranno eseguite analisi scientifiche più approfondite. La procuratrice Teresa Angela Camelio, mantiene il massimo riserbo: "Non è opportuno fare dichiarazioni in questa fase, perché potrebbero pregiudicare lo svolgimento delle indagini".
Secondo quanto si è appreso, tuttavia, l’indagato si sarebbe anche in qualche modo contraddetto, pur respingendo le accuse, e ora le sue dichiarazioni sono comunque al vaglio degli inquirenti. E’ probabile che siano stati sequestrati anche indumenti e materiale informatico per verificare la presenza di eventuali ulteriori indizi di colpevolezza nella memoria dei supporti informatici. La procura e la squadra mobile attendono ancora da parte dell’ospedale il responso di alcuni accertamenti clinici eseguiti su una delle vittime delle "punture".
Il "needle spiking", ovvero il fenomeno degli attacchi a sorpresa compiuti alle spalle per lo più ai danni di giovani donne punte ai glutei con una siringa, ha creato in città un enorme allarme sociale, con una corsa all’acquisto in farmacia, da parte di donne e giovanissime, dello spray al peperoncino per autodifesa. La polizia è riuscita a dare un volto e un nome al sospettato nel giro di una settimana anche grazie alla visione delle telecamere di videosorveglianza urbana, corroborando quell’attività investigativa con i riflettori accesi sui pregiudicati per violenze di genere e il sospettato avrebbe attirato l’attenzione anche per una particolare andatura nella sua camminata. L’indagine però è appena all’inizio e ora saranno decisivi gli accertamenti scientifici sul materiale sequestrato anche se l’impressione degli inquirenti è che l’uomo abbia usato la siringa senza però iniettare sostanze nel corpo delle vittime. L’obiettivo dunque potrebbe essere stato solo quello di "bucare" le prede con la siringa senza fare troppo del male ma scatenando una psicosi collettiva, soprattutto tra le giovani donne.
Gab. Mas.