"L’acqua cheta": successo dell’operetta

L’associazione culturale Dannunziana ha fatto ancora centro. Applausi per l’intero staff

"L’acqua cheta": successo dell’operetta

"L’acqua cheta": successo dell’operetta

I profumi di un mondo ormai tramontato si sono respirati nella Sala Titta Ruffo del “Verdi” dove ha raccolto uno straordinario successo la rappresentazione dell’operetta "L’acqua cheta". Né poteva essere diversamente considerata la fama di questo lavoro, scritto da Augusto Novelli e musicato da Giuseppe Petri oltre 100 anni fa, un’operetta diventata nel tempo un vero e proprio segnalibro nella storia del costume popolare italiano. L’associazione culturale Dannunziana ha fatto ancora centro anche grazie alla collaborazione degli Amici del Teatro e del Coro Polifonico San Nicola, un folto gruppo di eccellenti cantori, vanto per la città. Se "L’acqua cheta" è parte della storia dell’operetta, con decine di rappresentazioni (compreso un film di successo nel 1933 e uno sceneggiato Rai nel 1974) non va dimenticato che i goliardi pisani ne fecero un affresco parodistico in una dei loro spettacoli al “Verdi” in quel secondo dopoguerra che, per l’intera città, fu il ritorno alla vita. A garantire il successo ha contribuito l’intero team dei protagonisti: Agnese Bargagna, raffinata autrice dei testi recitati, la bravissima pianista Silvia Mannari e il maestro del coro Stefano Barandoni, impeccabile come sempre nella sua direzione. E poi gli attori-cantanti che hanno dato vita al ricco parterre dei protagonisti: Irene Tofanini (la figlia Anita), Nunzia Fazzi (la figlia Ida), Carla Rita Vero (la madre Rosa), Pietro Boi (lo spasimante falegname Cecco), Adriano Gulino (l’altro spasimante Alfredo), Franco Bocci (il padre Ulisse). Il supremo Lorenzo Gremigni, nella parte del garzone Stinchi.

Renzo Castelli