
Gerardo Pepino, argentino come il Papa, è nato a Rosario: ora fa il panettiere a Pisa
di Mario FerrariROMA"Il funerale di Papa Francesco mi ha ricordato quello di Evita Perón, con centinaia di migliaia di persone. Questo smisurato affetto per Bergoglio mi rende orgoglioso di essere suo compatriota". Risponde dal treno che lo sta riportando a casa Gerardo Pepino, giornalista di Rosario che da anni vive e lavora in una panetteria nel centro di Pisa, dopo essere andato ieri in Vaticano per assistere ai funerali di quello che lui definisce l’"argentino più importante del mondo". Pepino era infatti tra le centinaia di migliaia di persone che hanno letteralmente invaso la Capitale per dire addio a Papa Francesco: una figura a lui molto cara, al punto che conserva ancora la prima pagina de "La Nazione" di dodici anni fa con la foto del Pontefice e il titolo "Francesco". "Ci lega la nazionalità argentina - racconta - ma la stima nei suoi confronti va oltre la bandiera bianca e azzurra con il sole in mezzo. Jorge Mario Bergoglio è stato un santo perché ha avvicinato tantissimi non credenti, che hanno visto in lui un leader sui temi dell’immigrazione, delle comunità Lgbt, dei profughi e della povertà". Ragioni per le quali per Gerardo Pepino la partecipazione al funerale del Pontefice era un appuntamento "al quale non potevo mancare", ha fatto letteralmente i salti mortali per partecipare. "Ho preso il treno da Pisa alle 2.30 di notte - racconta - e sono arrivato alle 5.30 alla stazione Roma Ostiense, da dove ho preso la metro fino alla fermata Ottaviano. Sceso alle 6.30 mi sono incamminato per raggiungere l’inizio del corteo in via della Conciliazione, distante meno di 2 chilometri, dove sono arrivato alle 8: ci muovevamo facendo 10 metri in mezz’ora". Bloccato tra i fedeli, Gerardo ha potuto apprezzare "la marea umana che, da tutte le parti del mondo, ha voluto mandare il suo affetto a Francesco, a dimostrazione della sue grandi qualità. È stato un grandissimo piacere vedere questo affetto: penso di non aver mai visto tanto attaccamento a un argentino dal funerale di Evita Perón". Poi è iniziata la funzione e il giornalista-panettiere, stretto nella pancia del corteo, ha avuto un momento di commozione durante l’omelia del cardinale Giovanni Battista Re, che ha ricordato la vita di Bergoglio. "Hanno menzionato i viaggi di Papa Francesco in giro per il mondo e quando hanno ricordato la sua voglia di stare sempre con gli ultimi e i deboli è scoppiato un applauso scrosciante: il fatto che così tante persone riconoscano questo aspetto di Bergoglio mi ha toccato molto e reso orgoglioso di essere argentino". Pepino ha seguito il corteo fino alla tumulazione di Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore. L’unico rimpianto della giornata? "Mi aspettavo più argentini. Purtroppo Bergoglio in patria è stato vittima di campagne denigratorie da parte dell’estrema destra: è stato criticato come succede ai profeti, ai santi e ai leader politici che dicono verità scomode. Una brutta onta per l’Argentina - conclude -, ma spero che vedendo l’affetto che il mondo ha tributato a Francesco, abbiano capito l’importanza della sua figura".