Enrico Mattia Del Punta
PISA
ome sta mia moglie? Pensate a lei". Il 79enne aggredito in Pronto soccorso a Cisanello, mentre stava aspettando che il figlio andasse a prendere l’auto per riportarlo a casa - avevano accompagnato sua moglie che non stava bene – è stabile ma ancora in prognosi riservata. Quando il 50enne di origine romena, che si trovava con lui in sala d’attesa martedì sera, si è avvicinato e lo ha spintonato gettandolo a terra e facendogli sbattere violentemente la testa, ha continuato a pensare alla sua compagna di una vita. È ricoverato in Neurochirurgia dove i suoi parenti lo vanno a trovare, attendendo che i farmaci funzioni e che passino i primi giorni: ha un forte trauma cranico. Dolore e rabbia: "Non doveva stare lì", hanno detto subito i suoi cari a chi era con loro, come scriviamo anche nelle pagine nazionali.
Non appena accaduto quell’episodio che tutti definiscono "gravissimo", gli operatori hanno soccorso l’anziano e chiamato la polizia, mentre i presenti hanno circondato l’aggressore in attesa delle forze dell’ordine, perché non fuggisse. È stato poi accompagnato all’esterno della struttura, rintracciato e arrestato il giorno seguente. Quindi, portato in carcere, dato che le condizioni dell’uomo sono molto serie. Cinquantenne arrivato al Ps con il 118 perché in forte stato di agitazione per aver assunto l’alcol. È conosciuto dagli operatori sanitari per la dipendenza ed è un frequentatore della struttura. Fin dall’inizio ha ripetuto a chi glielo chiedeva: "Non ricordo nulla".
Ieri mattina al Pronto soccorso di Cisanello c’era il solito via vai di pazienti che si intensifica il week end e i primi giorni della settimana. "Non sappiamo a chi altro rivolgerci il sabato e la domenica", sono le parole più diffuse. Sotto choc ancora il personale che ha assistito alla violenza. E che si è trovato davanti a una pozza di sangue. Hanno gestito l’emergenza sanitaria e non. Lo devono fare spesso, perché ormai gli accessi sono tantissimi e di ogni genere.
"Le aggressioni ai sanitari sono continue, sia soprattutto verbali, che fisiche", afferma il presidente dell’Ordine dei medici, Giuseppe Figlini. "La soluzione non è semplice. Né il personale né le guardie giurate per legge possono fermare le persone. Ma polizia o carabinieri in situazioni simili sì. Certo è che il problema è anche culturale e sociale. Prima tutti rispettavano i medici, adesso non è più così. E comunque anche in questo caso, pur non essendo stato colpito un medico, il posto fisso di polizia avrebbe potuto aiutare. Ma servono anche investimenti, più personale e più posti letto per ridurre i turni massacranti e alleggerire la tensione".