"Ormai a Pisa le violenze sono all’ordine del giorno: per il personale ferroviario l’essere aggrediti è diventata una delle prime preoccupazioni. Sono troppo esposti, si faccia qualcosa prima che qualcuno muoia sul lavoro". Tutte le aziende di trasporto d’Italia si sono unite per dire basta alle aggressioni al personale dei treni dopo aver visto il sangue di un capotreno accoltellato alla stazione di Rivarolo. La protesta, dalle 9 alle 17 di ieri, è stata proclamata dai sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Trasporti.
"Lo sciopero è nazionale perché il problema non è localizzato ma diffuso ovunque - afferma Fulvio Cacace, segretario provinciale di Filt trasporti e logistica Cgil - ormai le aggressioni a equipaggio e capotreno che cercano di far rispettare le norme sono all’ordine del giorno. È un’escalation che anno dopo anno si aggrava con episodi inconcepibili, ma adesso basta: non si può arrivare a rischiare la morte per il proprio lavoro". Purtroppo che il problema aggressioni non sia localizzato lo dimostrano i fatti: "la situazione nella nostra provincia - continua Cacace - è molto seria soprattutto nella fascia serale e all’esterno della stazione. Sebbene (e fortunatamente) a Pisa non ci sono stati episodi gravi per i quali è stato necessario il ricovero in codice rosso, le situazioni di difficoltà e aggressioni verbali avvengono abbastanza frequentemente, praticamente tutti i giorni. Benché comunque gli attacchi fisici siano rari (ma non assenti), il personale pisano può viaggiare in altre regione ed essere più soggetto al rischio: infatti ci sono stati lavoratori pisani che hanno subito aggressioni anche violente con necessità di cure ospedaliere".
Il sindacalista arriva infatti a dire che "il pensiero di essere aggrediti è una delle prime preoccupazioni dei lavoratori dei treni. Da qui la necessità di questo sciopero al quale speriamo seguano azioni serie anziché ignorare il problema: il tema va affrontato perché con questo andazzo qualcuno può morire sul lavoro, che è inaccettabile. Riguardo alle soluzioni, Cacace ammette che la soluzione non è facile, ciò su cui si può intervenire è la solitudine del personale durante i controlli. "Se fossimo in gruppo anziché uno sarebbero più gestibili le situazioni di difficoltà. Circa i problemi in stazione, alcuni treni potrebbero avere una verifica prima di salire, inoltre sarebbe utile presidiare la stazione in certi orari". La violenza sui binari, peraltro, non riguarda soltanto il personale ferroviario: come conclude il sindacalista, "la stragrande maggioranza degli utenti soffre della situazione, che causa un senso di insicurezza anche a chi viaggia. Non si può più andare avanti così".