Pisa, 8 ottobre 2024 - In occasione dei 70 anni dalla conquista del K2 la Biblioteca della sezione ha organizzato un ciclo di incontri che vuole essere una visione ad ampio raggio sulla storia di questa montagna nel corso del tempo e sull’alpinismo italiano degli anni cinquanta del secolo scorso. Il terzo incontro avrà luogo domani, mercoledì 9 ottobre alle 21 presso la sede della sezione con la presentazione del libro “L’altro K2. La tragedia dimenticata del Monte Api” di Matteo Serafin.
Il Libro edito da Hoepli in collaborazione con il Club alpino italiano per la collana "Stelle alpine" narra la storia della scalata senza ritorno del Monte Api (7132 metri), al confine tra Nepal, India e Tibet. La spedizione, avvenuta nel 1954, mentre Ardito Desio marciava verso la cima del K2 a capo di un esercito di portatori e alpinisti, fu guidata dal settantunenne Piero Ghiglione, che partì con tre giovani compagni e tre sherpa. Sopravvissero in due: l'anziano capospedizione, che voleva salire in vetta a tutti i costi, e lo sherpa Gyaltzen Norbu, tornato sfinito dopo giorni di lotta tra la vita e la morte.
Messa in ombra dal successo della spedizione nazionale sul K2, la storia della più sfortunata tra le spedizioni italiane del dopoguerra fu presto relegata nell'oblio, trascurata dalle cronache e addirittura messa in dubbio da alcuni storici dell'alpinismo a causa delle testimonianze contraddittorie dei due sopravvissuti. Di chi fu la colpa del disastro che costò la vita di tre fra i più brillanti alpinisti italiani del dopoguerra? Quale trappola fece cadere Roberto Bignami nel torrente Chamlia? Che cosa spinse Giorgio Rosenkrantz e Giuseppe Barenghi a partire verso la vetta, contro il parere del capospedizione, senza sherpa, mentre il monsone si avvicinava?
Dopo quasi settant'anni Matteo Serafin, alternando fatti accertati a ricostruzioni di un mistero ancora aperto, racconta un viaggio senza ritorno verso la "montagna dell'ideale", fra le pagine di quell'alpinismo eroico che plasmò la generazione di alpinisti cresciuti durante il Ventennio fascista. Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico, in larga parte composto da fotografie della spedizione e documenti originali conservati negli archivi della Cineteca del Cai.