L’amazzone Sara Morganti: "Mai rinunciato ai sogni"

"Ho avuto il terrore di dover mollare l’equitazione, ma ho perseverato. A Versailles metterò tutta me stessa per fare al meglio e non avere rimpianti".

L’amazzone Sara Morganti: "Mai rinunciato ai sogni"

Sara Morganti, 48 anni compiuti, a cavallo

di Giulia De Ieso

A rappresentare Pisa alle Paralimpiadi di Parigi ci sarà anche Sara Morganti, campionesssa di equitazione nel paradressage.

Lei è nata e cresciuta in provincia di Lucca, ora vive a Pisa: qual è il legame con la città?

"Mi sono trasferita nel 2000 per seguire mio marito, pian piano anch’io mi sono creata una vita qua. Il Centro Equestre Terre Brune dove alloggiano i miei cavalli e dove mi preparo è a Coltano. Nel 2008 mi sono laureata a Pisa e dal 2010 ho fatto da segretaria in un’azienda fino all’ingresso nel Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa".

Come ha vissuto la diagnosi della malattia?

"Ho avuto il terrore di dover rinunciare ai cavalli. La neurologa mi chiese di valutare i pro e i contro e pensai che i pro erano più dei contro: non potevo rinunciare allo sport e ai cavalli. Dieci anni dopo ho scoperto che esisteva la mia disciplina alle Paralimpiadi e mi si è aperto un mondo meraviglioso".

Come convive con la malattia e quanto è importante parlarne?

"La malattia è progredita, con il mutare della situazione di salute mi sono adattata ai cambiamenti sintomatologici, anche se non è stato e non è sempre facile. Parlarne è importante perché si sappia che oggi ci sono molte terapie per la gestione e la stabilizzazione della malattia, per ridurre le recidive e che è possibile vivere una vita piena ed è possibile fare sport. Io mi sono ammalata 30 anni fa quando per rallentare o fermare la progressione non c’era niente".

Questa sarà la sua quarta Paralimpiade, che emozioni e che sensazioni prova?

"Sono molto emozionata e non nascondo di essere anche un po’ in ansia perché sto per realizzare un altro grande sogno: la Paralimpiadi di Parigi e nella Reggia di Versailles! Sono emozionata per essere vicina a questo traguardo e al contempo ho paura di non fare bene abbastanza e di deludere".

Che ricordo ha delle altre Paralimpiadi a cui ha partecipato?

"A Londra ottenni un quarto posto che mi ha spronato a migliorarmi, ero qualificata per Rio ma non potei partecipare perché la cavalla non ebbe l’idoneità a competere, a Tokyo ho vinto due medaglie di bronzo meravigliose e indimenticabili. Tra i momenti più indimenticabili ci sono le cerimonie di apertura: è il momento in cui ti accorgi che il tuo sogno è diventato una realtà! Ricordo l’ingresso nel campo di gara paralimpico e la meraviglia di vivere in un villaggio dove ci sono atleti da tutto il mondo che convivono in una pace accomunata dalla passione per lo sport".

Qual è l’obiettivo per Parigi?

"Metterò tutta me stessa per fare il meglio possibile e non dovermi rimproverare niente. Se questo impegno si esprimesse nella vincita di una medaglia sarei troppo felice".