
PISA
"Ho scelto la cardiologia perché il cuore ha la sua musica, la sua elettricità, la sua fisica". Lo dice Maria Grazia Bongiorni, direttrice dell’Unità operativa di Cardiologia 2 che, dal 3 febbraio, lascerà la direzione della struttura per limiti di età dopo aver formato una squadra di quindici cardiologiaritmologi interventisti di livello nazionale e internazionale.
Abbiamo raggiunto la cardiologa telefonicamente e stava proprio firmando dei moduli per i passaggi di testimone ai suoi cardiologi e tra questi Stefano Viani, Giulio Zucchelli, Ezio Soldati, Luca Paperini. "Ecco ora che firmo mi accorgo di quanto si è fatto e di quanto si deve ancora fare".
Si ricorda i suoi studi pisani? "Li ricordo sì. Ho fatto tutto il ciclo qui. Alla scuola di specializzazione eravamo in dieci. Solo due donne, ma a quell’epoca non si badava alle distinzioni di genere. Si studiava, si lavorava e avanti così e io suonavo anche il piano. Sono arrivata al quinto anno di conservatorio".
Perché ha scelto la cardiologia?
"Fu amore a prima vista quando la studiai al quarto anno, quando studiai le malattie e in particolar modo le aritmie. Che cosa è l’aritmia se non un tipo di musica? Il cuore ha la sua musica. Ed io la studiavo. Pensate alla sincope. E’ un problema cardiaco ma è anche una figura ritmica, da pentagramma insomma. E poi mi piacevano la fisica e la matematica. Al liceo mi fecero fare un circuito elettrico. Fu bellissimo. Il cuore è anche elettricità. Mettendo insieme musica, elettricità e fisica, il cuore non può essere che amore a prima vista".
Come ha vissuto questi ultimi mesi prima della data della pensione.
"Un po’ mi sono eclissata. C’ero ma non c’ero al tempo stesso. Tutti ci siamo preparati a questo momento; è un po’ come togliere le ruotine alla bicicletta". E chi ci sale su quella bici senza ruote laterali?
"Col passare del tempo ho individuato dei responsabili. Viani sarà il referente scientifico per le aritmie maligne. Zucchelli si occuperà di tachicardie ventricolari. Ha vinto anche diversi premi ed è punto di riferimento in Toscana.
Poi Paperini e Soldati per peacemaker e fibrillazioni atriali. Ma ci sono poi altri 11 validissimi collaboratori ed i progetti da completare sono molti".
Va ricordato che Bongiorni assieme alla equipe di cardiologia 2 ha messo a punto approcci innovativi nella cura delle aritmie cardiache tramite cateterismi e procedure sempre più mini-invasive, che sono stati acquisiti ovunque nel mondo.
Com’è andata in questi due anni di pandemia?
"Abbiamo sempre, sempre lavorato. L’accesso era garantito. Vi dico ancora di più, e cioè che in piena pandemia abbiamo eseguito più interventi urgenti, indifferibili o per gravi aritmie che nel 2018. Ci portavano persone con 30-35 battiti al minuto. L’Aoup ci ha sempre messo nelle migliori condizioni operative. Rimane dentro di me il rammarico per le liste di attesa che oggi sono arrivate a quattro mesi per interventi programmati ma non urgenti.
C’eravamo ripresi bene e tutt’ora facciamo almeno cinque ricoveri giornalieri ma succede spessissimo di ricevere telefonate di pazienti che sono costretti a disdire perché positivi". Ora che farà?
"Il camice un medico non se lo leva mai. Magari lo cambia. Mi metto a disposizione dell’azienda, dei colleghi, dei pazienti. Sarebbe un peccato lasciare inattiva, inutilizzata una grande esperienza scientifica, professionale ed umana".
Carlo Venturini